Le descrizioni degli Acquedotti

Il Parco degli
Acquedotti dipinto da Enrico Coleman
Il Parco degli Acquedotti visto dalla via Appia Nuova, acquerello di Enrico Coleman

Stendhal

Stendhal racconta di essere venuto a Roma sei volte e di avere «visitato con molta attenzione i monumenti della Città Eterna». Manca sfortunatamente una descrizione di una visita alla Caffarella, come invece molti altri autori ci hanno lasciato. Tuttavia all'interno dei tre tomi dedicati alle bellezze di Roma, Stendhal ha trovato il tempo anche di scrivere un appunto sulla vicenda del Campo Barbarico:

Promenades dans Rome
III, 23 décembre 1828

On parle souvent, quand on est à Rome, des visites des barbares qui sont venus la ravager et détruire les monuments romains. Cette idée, comme tout ce qui n'est pas net, tourmente l'imagination. Malgré la crainte de faire un trop gros volume, je place ici le commencement d'un article sur les barbares. La plupart avaient la bravoure et la liberté, et de grands restes des moeurs décrites par Tacite dans sa Germanie.
[...]5. En 527, Vitigès, roi des Goths, assiège Rome, que Bélisaire défend pendant un an, et que le barbare ne peut prendre; il s'en venge en ordonnant à ses troupes d'anéantir dans la campagne de Rome tout vestige de civilisation. Il prit à tâche de faire détruire les monuments et aqueducts qui se trouvaient sur la voie Appienne, de Rome à Terracine. (Paul Diacre, lib XVII)

Passeggiate a Roma
III, 5 ottobre 1828

Si parla spesso, quando uno è a Roma, delle visite dei barbari che sono venuti per rapinarla e per distruggere i monumenti romani. Questa idea, come ogni cosa che non è definita, tormenta l'immaginazione. Nonostante la paura di fare un libro troppo grande, metto qui un inizio per un articolo sui barbari. La maggior parte avevano coraggio e libertà, e importanti residui di usi e costumi descritti da Tacito nella sua Germania.
[...]5. Nel 527 Vitige, il re dei Goti, assedia Roma, che Belisario difende da un anno, e che il barbaro non riesce a conquistare; questi allora si vendica ordinando al suo esercito di cancellare nella campagna di Roma ogni forma di civilizzazione. Si diede il compito di far distruggere i monumenti e gli acquedotti che si trovavano sulla via Appia, da Roma a Terracina (Paolo Diacono, lib XVII).

François-René de Chateaubriand

Anche Chateaubriand dedica agli acquedotti una parte della sua poesia a Cinzia:

Mémoires d'Outre-tombe
III L38 Chapitre 5
1er juin au soir, 1833
Journal de Carlsbad à Paris. - Cynthie. - Egra. - Wallenstein.

(Bibliothèque nationale de France)

...Qu'elle est admirable, cette nuit, dans la campagne romaine! La lune se lève derrière la Sabine pour regarder la mer; elle fait sortir des ténèbres diaphanes les sommets cendrés de bleu d'Albano, les lignes plus lointaines et moins gravées du Soracte. Le long canal des vieux aqueducs laisse échapper quelques globules de son onde à travers les mousses, les ancolies, les gérofliers, et joint les montagnes aux murailles de la ville. Plantés les uns sur les autres, les portiques aériens, en découpant le ciel, promènent dans les airs le torrent des âges et le cours des ruisseaux. ...

Memorie d'Oltretomba

1 giugno sera, 1833

Che meraviglia questa notte nella campagna romana! La luna sorge dietro la Sabina per guardare il mare; lei fa uscire dalle tenebre diafane le cime di cenere blu di Albano, le linee più distanti e meno gravi del Soratte. Il lungo canale dei vecchi acquedotti lascia sfuggire poche gocciole della sua onda attraverso i muschi, le aquilegie, i chiodi di garofano, e unisce le montagne alle mura della città: piantati gli uni sulle altre, i portici ariosi, tagliando il cielo, accompagnano nell'aria il torrente delle età e il corso dei ruscelli.

L'incrocio degli Acquedotti dipinto da Zeno Diemer
Kreuzung zweier römischer Aquädukte in der Via Latina, südöstlich von Rom. Gemälde von Zeno Diemer

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