La vicenda dei Quintili raccontata dagli autori latini


La vicenda dei Quintili raccontata da Dione Cassio

Diwn o KassioV, Storia di Roma, LXXI (reliquiae libri LXXII) 33, 1

331 L'imbroglio degli Sciti, che richiese la sua [di Marco Aurelio N.d.T.] attenzione, lo indusse a dare Crispina in moglie a suo figlio [Commodo N.d.T.] prima di quanto avrebbe desiderato. I Quintili non potevano terminare la guerra, benché fossero in due, possedessero prudenza, coraggio e considerevole esperienza. Di conseguenza gli stessi governanti erano forzati a impegnarsi sul campo.

Diwn o KassioV, Storia di Roma, LXXII (reliquiae libri LXXIII) 5, 3 - 7, 2

53 Allo stesso modo egli [Commodo N.d.T.] uccise Condiano e Massimo Quintilio; perché essi avevano grande reputazione in quanto a educazione, capacità militare, armonia fraterna e ricchezza. Il loro notevole talento provocò il sospetto che, anche se essi non stessero programmando nessuna ribellione, comunque essi non erano soddisfatti della situazione. 4 Dunque, come essi avevano vissuto insieme, così morirono insieme, con il figlio di uno di loro. Essi avevano dimostrato l'esempio più impressionante mai visto di attaccamento reciproco, e in nessun momento si erano divisi, persino nei loro incarichi politici. Erano cresciuti in prosperità e in eccezionale ricchezza, e si erano impegnati a governare insieme, e ad assistersi l'un l'altro nell'affrontare cause legali.

61 Sesto Condiano, figlio di Massimo, che superava chiunque in quanto a carattere ed educazione, quando venne a sapere che la sentenza di morte era stata estesa anche a lui, bevve il sangue di una lepre (in quel momento si trovava in Siria); e dopo montò a cavallo e ne cadde di proposito. Allora, quando ebbe vomitato il sangue, che fu creduto essere il suo, fu ritenuto prossimo alla morte e trasportato in una abitazione; 2 l'uomo allora sparì alla vista, mentre una carcassa di ariete fu collocata in una bara al posto suo e bruciata. Dopodiché, cambiando continuamente aspetto e abbigliamento, vagò qua e là. E quando questo episodio venne alla luce (perché è impossibile che una faccenda di tale importanza resti nascosta per tanto tempo), ci fu 3 una accurato inseguimento in ogni luogo senza eccezioni. Molti furono puniti al suo posto per la somiglianza con lui, e molti, per di più, furono accusati di essere stati in contatto con lui, o di averlo ospitato da qualche parte; e ancora più persone che magari non lo avevano mai neanche visto furono spogliati delle loro proprietà. Eppure nessuno sa se fu veramente ucciso 4(benché un gran numero di teste che si pretendeva fossero la sua venissero trasportate a Roma) o se riuscì nella fuga. Qualcun altro, dopo la morte di Commodo, osò affermare di essere Sesto per ottenere il reintegro nel patrimonio e nella dignità personale. E costui interpretò bene la parte, mentre molti gli rivolgevano un gran numero di domande. 5Tuttavia quando Pertinace gli chiese qualcosa su certe questioni greche, sulle quali il vero Sesto avrebbe dovuto essere bene informato, questo mostrò un grandissimo imbarazzo, non riuscendo neanche a capire le parole che gli venivano dette. Quindi, benchè la natura lo avesse reso simile a quello per quanto riguarda l'aspetto, e l'esercizio lo avesse reso simile per altri aspetti, tuttavia essi non avevano condiviso la stessa educazione.

71 Ho ascoltato questa storia con le mie orecchie, insieme a quest'altra che vidi e che ora racconto. Nella città di Mallo, in Cilicia, esiste un oracolo di Anfiloco che fa profezie per mezzo di sogni. Ora questo fece una profezia anche a Sesto, e la descrisse per mezzo di un disegno. L'immagine che scrisse sulla lavagna rappresentava un bambino che strangola due serpenti, e un leone che insegue un cerbiatto. 2Io ero insieme a mio padre, allora governatore della Cilicia, e non potei comprendere cosa significassero finché non appresi che i fratelli di Sesto erano stati, come risultò vero, strangolati da Commodo, che più tardi avrebbe emulato Ercole, proprio come Ercole, quando era fanciullo, si racconta che avesse strangolato i serpenti mandati contro di lui da Giunone (e infatti i Quintili furono impiccati), e appresi anche che Sesto era latitante e che era inseguito da un avversario molto più potente.


La vicenda dei Quintili raccontata da Elio Lampridio

IV9 Domus praeterea Quintiliorum omnis extincta, quod Sextus Condi[ci]ani filius specie mortis ad defectionem diceretur evasisse.

Commodo Antonino di Elio Lampridio

IV9 Tra l'altro fu estinta l'intera famiglia dei Quintili, dato che Sesto, figlio di Condiano, facendosi credere morto, era scappato, così dicono, per organizzare una rivolta.


Le opere dei Quintili citate da Ateneo

Aqhnaiou DEIPNOSOFISTAI (Ateneo: la cena dei sofisti) LIBER XIV

LXI I fratelli che hanno scritto insieme le Georgiche così scrivono nel terzo libro: «Anche il frassino e il terebinto, e quello che i Siriani attualmente chiamano pistacchio»: perché essi scrivono questo nome con una p mentre Nicandro lo scrive aspirato Fittacchio, e Posidonio Bistacchio.

Nota di Iohannes Schweighaeuser nell'edizione del 1805: Verba Quintiliorum adponuntur haec: kai thn melian kai thn terminqon, a dh nun pistakia oi Suroi kalousin


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