Cani e bambini: è possibile una reciproca tolleranza?

A sentire i cittadini che ininterrottamente si lagnano con il Comitato per il Parco della Caffarella, sia di persona al Punto informativo di l.go P. Tacchi Venturi, sia con email sia addirittura con lettere raccomandate, il secondo problema in ordine di importanza per chi entra nel Parco della Caffarella è rappresentato dai cani e dai loro padroni (il primo problema è quello degli insediamenti di immigrati).

Nella Caffarella non c'è il divieto per l'ingresso dei cani. E qui sta un punto che merita attenzione: da un lato è incontrovertibile che il cane in genere disturba la fauna selvatica, ma d'altro lato nelle zone prossime al quartiere Appio Latino non c'è una fauna selvatica che possa essere disturbata. Occorre anche stabilire cosa si intende per "cane", o meglio "padrone": ci sono i padroni che nulla sanno dell'eventuale disturbo e che non trovano nulla di male nel loro "Boby" che insegue il fagiano, e ci sono i cani in mano a persone corrette che sanno quello che fanno. Il buon senso vorrebbe che le aree interne e i boschetti siano evitati dai padroni accompagnati dal cane, e che non ci siano limitazioni nelle zone prossime all'abitato (con l'eccezione delle aree giochi per i bambini).

La realtà è purtroppo diversa, così dopo aver raccolto tre anni di lamentele, testimonianze e suggerimenti abbiamo preparato una prima versione di questo dossier, che abbiamo discusso con il Comandante del IX Gruppo dei VV.UU. nel luglio 2001; l'idea era di sollecitare un intervento da parte del Presidente del Municipio Roma IX avv. Maurizio Oliva e dell'Assessore alle Politiche Ambientali del Comune di Roma on. Dario Esposito.

Tra novembre e dicembre 2001 entrambi avevano ricevuto questo dossier, eppure nessun intervento era adottato. Abbiamo allora deciso di raccogliere firme in calce a un documento nel quale i cittadini chiedono a costoro e anche al Presidente del Parco regionale dell'Appia Antica (che fino al marzo 2004 era Gaetano Benedetto) di intervenire secondo le indicazioni contenute nel dossier.

Le prime 119 firme sono state inviate il 22 aprile 2002, e altre 299 sono state inviate nel febbraio 2003; il risultato è descritto in fondo a questo documento.

Tutti sono comunque invitati a inviarci via email altre informazioni, commenti, critiche e proposte.

La situazione nella parte di Caffarella diventata pubblica

Da quando i primi 77 ettari della Caffarella sono diventati finalmente un Parco Pubblico degno di questo nome grazie alle acquisizioni finanziate dalla legge per Roma capitale e ai lavori di pulizia, sistemazione e restauro finanziati dal Piano degli Interventi per il Giubileo, sono sempre più numerosi i genitori che portano i loro figli a giocare nel Parco. Finalmente un bel giardino verde e pulito è a disposizione di tutti per passare piacevoli momenti con i propri figli.

Di solito i bambini giocano nell'area giochi di fronte alla scuola elementare Ada Negri oppure nello spiazzo sottostante l'entrata in l.go P. Tacchi Venturi, dove ci sono panchine, una comoda e spianata strada circolare ottima per le prime pedalate e per far passeggiare con la carrozzina o il passeggino quelli più piccoli.

Nei parchi pubblici in generale vige l'obbligo di tenere i cani al guinzaglio, e di provvedere con paletta e sacchetto agli escrementi eventualmente abbandonati al suolo suolo (Delibera del Consiglio Comunale n. 46 del 24 aprile 2002: modifica art. 180 del Regolamento Servizio Veterinario del Comune di Roma). A maggior ragione queste regole valgono per la Caffarella, il cui valore naturalistico (assieme a quello di Tor Marancia, come evidenziato dagli stessi tecnici regionali nella presentazione del Piano Paesistico del Parco regionale) è tra i più elevati dell'intero Parco regionale dell'Appia Antica.

Qui, a differenza dei genitori con i figli che si limitano per lo più a frequentare le aree attrezzate e i sentieri, numerosi padroni di cani percorrono il parco in lungo e in largo, interferendo (marcatura del territorio, scavi nel terreno e scavo di tane, disturbo dei nidi di uccelli, ecc.) con gli aspetti naturalistici dell'area protetta molto più di quanto possa fare un bambino.

Motivi anche spiccatamente igienici hanno portato ad escludere del tutto la presenza degli animali dalle zone attrezzate a parco giochi. In Caffarella due aree hanno questa caratteristica: l'area giochi di fronte alla scuola "Ada Negri" e il percorso attrezzato "Policrosalus" sotto l.go P. Tacchi Venturi.

Considerando però che sarebbe irragionevole proibire ai cani l'ingresso in un territorio frequentato da sempre dalle pecore e dai cani pastori, per venire incontro alle esigenze degli animali, all'interno del Parco sono stati lasciati vivere indisturbati quattro cani randagi (ma assicurati e vaccinati) dietro la cisterna-ninfeo sotto via Latina angolo via F. Bartoloni. Inoltre sono state definite delle aree appositamente riservate ai padroni, anche nelle zone più frequentate, dove i loro cani possono correre liberamente e giocare i loro amici. Le aree destinate ai cani si trovano tra il campo sportivo De Rossi e la via Latina, sotto il campo sportivo, nel terreno nel retro del casale Tarani tra la cisterna Girolo e via Mondaini.

Aree pubbliche destinate ai cani

In un primo momento si è fatto affidamento che il buon senso dei padroni avrebbe evitato conflitti tra persone con il cane e genitori con i figli. Tuttavia le scarse indicazioni, la maleducazione e l'indisciplina di tanti padroni, l'insufficienza dei controlli hanno reso la convivenza tra cani e bambini uno dei problemi maggiormente sentiti.

Il sabato mattina è consuetudine per i proprietari dei cani lasciare deserta l'area a loro disposizione sotto il campo sportivo De Rossi, mentre l'area di fronte (dall'altro lato del sentiero pedonale e ciclabile che da l.go P. Tacchi Venturi porta a via della Caffarella), nella quale i cani devono essere condotti al guinzaglio, è frequentata da almeno una decina di cani, tra i quali un terzo, nonostante l'obbligo di guinzaglio, sono lasciati liberi.

Gli stessi proprietari dei cani sono insoddisfatti: alcuni, proprietari di cani di piccola taglia, si lamentano di dover condividere aree frequentate da cani di taglia grande. Altri sono irritati di doversi sentire sotto accusa anche quando portano il cane nelle aree a loro riservate.

Alcuni proprietari di cani, pur conoscendo gli episodi di aggressioni e pur riconoscendo che non tutti i padroni sono consapevoli dei problemi creati dall'imprevedibilità degli animali, concludono che le lamentele sono comunque ingiustificate; i padroni si sentono vittime di isteria collettiva, imputano le lagnanze ad acredine e a prevenzione, considerano un provocatore chiunque li riprende, e accusano quei genitori che si lamentano di essere dei nevrotici che odiano gli animali e per di più educano male i propri figli.

Per completare il quadro, occorre segnalare altri due problemi: un quinto cane randagio (una giovane lupacchiotta) è scomparso nel 2001, e si ha il sospetto che sia stato catturato per allenare i cani da combattimento; a partire dall'estate 2002 sono state segnalate sette aggressioni ai cittadini che corrono lungo via della Caffarella da parte dei cani pastore della Vaccareccia, e si ritiene che il motivo sia la scarsa sorveglianza dei cani da parte di certi pastori macedoni, e l'assenza di una politica di dissuasione efficace da parte dei VV.UU.

La situazione nella parte di Caffarella rimasta privata

Questa situazione di conflitto permanente si aggrava nelle zone non ancora acquisite dal Comune di Roma; sia la parte di Caffarella prossima a via Macedonia - via Centuripe (dove si attende entro qualche mese il perfezionamento dell'iter espropriativo deliberato nel 1997), sia la parte tra via dei Cessati Spiriti, via Appia Nuova e via dell'Almone (esclusa dal primo perimetro di esproprio ma comunque destinata a verde pubblico dal Piano di Utilizzazione della Caffarella), sono già oggi intensamente fruite dai cittadini che le frequentano per correre, per passeggiare, per fare pic nic, per portare i bambini e, ovviamente, per condurre i propri cani.

Qui i proprietari di cani più maleducati sono anche consapevoli di non avere alcun dovere nei confronti dei propri animali, e sono segnalate ogni giorno accese discussioni con gli altri cittadini e, in qualche caso, aggressioni da parte dei cani alle persone.

Sebbene gli incidenti nella maggior parte dei casi non siano gravi, in almeno un caso l'aggressione ha richiesto il ricovero urgente al Pronto Soccorso.

Le lamentele

Mentre solo due cittadini si sono lamentati a tutt'oggi della presenza dei cani randagi, moltissimi segnalano il problema del dover prestare attenzione a cani di grossa taglia, spesso appartenenti a razze considerate almeno potenzialmente "pericolose", lasciati tranquillamente liberi di scorazzare anche lungo i sentieri o nelle immediate vicinanze di essi.

Escrementi di cane si trovano frequentemente sparsi persino all'interno dell'area giochi di via Latina di fronte alla scuola "Ada Negri" e sono calpestati da bambini e genitori; questo fatto irrita anche quei proprietari di cani più educati, quelli cioè che quando restano privi di sacchetto e paletta ricorrono a scottex, tovagliolo o guanto di plastica leggera trasparente pur di raccogliere sempre gli escrementi del loro animale.

Decine di genitori (ma non solo genitori) lamentano la presenza di numerosi cani (di tutte le taglie) non tenuti al guinzaglio e privi della museruola. Il comportamento di certi padroni, che da negligente arriva a volte ad essere irresponsabile e prepotente, provoca una miriade di piccoli incidenti: cadute dalla bicicletta, fughe da cani che inseguono il malcapitato mentre il padrone resta a guardare ridendo, ecc.

Anche nella parte di Caffarella attrezzata a parco, i cani sconfinano abbondantemente fuori dell'area loro riservata, correndo e spaventando i bambini che stanno tranquillamente giocando al di fuori di tale area. E' stato osservato che un bambino che percorre in bicicletta i sentieri sotto l.go P. Tacchi Venturi è costretto a fermarsi ogni due minuti per la paura generata dall'avvicinarsi di cani alti quanto lui.

Nella parte di Caffarella attrezzata a parco capita di frequente che cani senza guinzaglio, anche di grosse dimensioni, si avvicinino ai bambini in carrozzina per annusarli, oppure che calpestino i giocattoli dei bambini, oppure ancora che si gettino in mezzo a gruppi di bambini nelle feste di compleanno, senza dare al genitore il tempo né di cacciare via il cane né di richiamare l'attenzione del padrone. Il genitore che pretende che ad un cane venga messo il guinzaglio viene in genere ignorato o addirittura invitato "a far giocare i bambini da un'altra parte". Un genitore che accusava un padrone di lasciare il cane libero di gironzolare per il parco, anche in presenza di bambini, senza considerare che il cane è sempre un animale, al quale nessuno sa cosa passa per la testa, si è sentito rispondere che quel cane non aveva bisogno del guinzaglio perché "è un giocherellone".

Una cittadina ha rinunciato a correre nel Parco perché ogni volta si ritrova a litigare con qualche padrone che, nella totale indifferenza, lascia il suo "bel cane" scorazzare a destra e a sinistra senza guinzaglio e museruola e se qualcuno gli fa notare la situazione risponde insultando. Un'altra cittadina denuncia l'impossibilità di passeggiare o leggere un libro per il continuo avvicinarsi, spesso non pacifico, di cani anche di grossa taglia e pericolosi, nel disinteresse dei loro padroni.

Decine di persone denunciano di essere aggrediti o azzannati, e queste sono le segnalazioni più gravi:

Nel 2001:

Nel 2002:

Nel 2003:

Nel 2004:

Nel 2005:

Questi incidenti, pur essendo raramente gravi al punto di richiedere l'intervento della Polizia o del Pronto Soccorso o della profilassi antirabbica, hanno procurato comunque un forte spavento tale da indurre alcuni a non correre più lungo i sentieri pedonali e ciclabili; coloro che hanno subito un'aggressione si chiedono a che serve un parco se poi c'è il rischio di rimetterci la pelle; le maestre che hanno dovuto difendere i loro bambini dall'esuberanza dei cani che i padroni lasciavano senza guinzaglio (fuori delle aree destinate agli animali) hanno anticipato che non avrebbero più portato le loro classi in Caffarella.

I cittadini che hanno paura degli animali si sentono discriminati per non poter godere il parco con tranquillità, e i più impressionabili hanno addirittura deciso di non frequentare più la Caffarella. Al contrario, certi padroni di cani si sentono oggetto di una caccia alle streghe, negano che le mamme con bambini e passeggini possano frequentare le stesse aree frequentate dai padroni con il cane, attribuiscono le paure dei bambini alle frustrazioni e alle nevrosi dei loro genitori, accusano i bambini di prendere spesso e volentieri a calci gli animali e i ciclisti di sfrecciare lungo i sentieri mettendo in pericolo chi passeggia.

Manca un severo controllo da parte dei VV.UU.: anche nonostante le sporadiche apparizioni dei VV.UU. e dei poliziotti a cavallo, si continuano a vedere cani sciolti che scorrazzano in mezzo a bambini persino nelle aree attrezzate a parco.

Molti si domandano come sia possibile che le segnalazioni non vengano mai prese in considerazione dalle Istituzioni competenti. La Polizia Municipale replica che un'opera efficace di dissuazione diventerà possibile solo quando le aree destinate ai cani saranno recintate, attrezzate, dotate di ingresso separato e adeguatamente segnalate.

Le richieste

Molti genitori riconoscono di non voler assolutamente vietare ai cani di avere i loro spazi perché hanno diritto di essere cani, ma allo stesso modo chiedono per i bambini il diritto di essere bambini e di giocare in sicurezza.

Sono necessari più controlli, e che siano elevate contravvenzioni ai padroni negligenti che portano a spasso il cane nelle aree attrezzate a parco senza guinzaglio né museruola.

Si richiede l'istituzione di un servizio di Guardia Parco permanente specifico per le zone maggiormente frequentate dalle persone e dai bambini: nell'area sotto l.go P. Tacchi Venturi e nell'area lungo via Latina di fronte alla scuola elementare Ada Negri.

Alcuni propongono di delimitare le aree nelle quali i padroni dei cani possono tenere sciolti i loro animali, magari con siepi basse, di specie vegetali compatibili con le caratteristiche naturalistiche del luogo; alcuni proprietari di cani segnalano anche l'esigenza di differenziare le aree in cui sono ammessi i cani di taglia grande e/o potenzialmente pericolosi dalle aree frequentate dai cani piccoli; incredibilmente c'è persino chi propone di recintare, anziché le aree destinate agli animali, quelle destinate ai bambini.

Una proposta e gli ultimi sviluppi

Una possibile strategia è quella concordata con il Comandante del IX Gruppo dei VV.UU. all'inizio del 2001. Dopo un paio di domeniche di volantinaggi, i VV.UU. cominciano a multare inesorabilmente i padroni dei cani, mentre al Punto Informativo distribuiamo gratis palette e sacchetti. Benché l'operazione non risolva il problema altrove né in giorni diversi dalla domenica, si potrebbe comunque fare un tentativo per creare una nuova responsabilità tra i fruitori del Parco.

Nel giugno 2001 il Punto Informativo era attivato (la domenica), palette e sacchetti erano disponibili, e quindi si sarebbe potuta avviare la strategia: l'A.M.A. fornirebbe sacchetti e palette al Punto Informativo; i VV.UU. dedicherebbero più attenzione al problema per almeno sei settimane; l'Ente Parco metterebbe a disposizione il Punto Informativo, stamperebbe le locandine e i volantini; il X Dipartimento del Comune di Roma si impegnerebbe a collocare un gran numero di cartelli informativi e a ripristinare le tavole informative agli ingressi.

Un calendario dell'operazione potrebbe essere:

Resta solo da individuare l'Amministrazione che convochi una conferenza di servizi con tutti gli Enti competenti e che si impegni all'organizzazione e al monitoraggio. Giovedì 22 novembre 2001 il Comitato ha quindi incontrato l'Assessore alle Politiche Ambientali del Comune di Roma Dario Esposito, il quale, sottolineando che la manutenzione dei 77 ettari appena acquisiti è una questione prioritaria per la Giunta comunale, ha confermato l'impegno del Comune di Roma per la Caffarella: perciò piena disponibilità per coordinare l'operazione. All'incontro partecipava anche l'Assessore ai Rapporti Istituzionali del IX Municipio Franco Figurelli, che assicurava la partecipazione del IX Municipio. Sabato 15 dicembre 2001 il Comitato ha incontrato il Presidente del IX Municipio Maurizio Oliva; anche lui ha assicurato la sua disponibilità a coordinare l'operazione convocando la conferenza di servizi.

Poiché a distanza di mesi nessuno si era fatto vivo, il 22 aprile 2002 il dossier è stato inviato a Dario Esposito, a Maurizio Oliva e a Gaetano Benedetto (Presidente del Parco regionale dell'Appia Antica), insieme con le firme di più di cento cittadini che chiedevano ai tre Amministratori un intervento immediato.

In occasione di un incontro con il capogruppo D.S. al IX Municipio Luca Traditi nel gennaio 2003, il consigliere del IX Municipio si è impegnato a ottenere dal Municipio la convocazione della conferenza di servizi in tempi brevissimi.

La questione è stata anche richiamata nell'incontro con il Sindaco Veltroni di venerdì 7 febbraio 2003; tuttavia il Sindaco ha ammonito che la questione cani non è risolvibile se si pretende che i VV.UU. debbano essere impegnati nella sorveglianza degli animali: così è una battaglia persa in partenza, occorre essere realisti. Ad ogni modo il Sindaco ha preso l'impegno a nome del Comune di Roma a mandare i VV.UU. almeno il sabato e la domenica e ha sollecitato l'Assessore Franco Figurelli, del IX Municipio, a individuare insieme all'Ente Parco le aree più funzionali per i cani e a provvedere un qualche tipo di recinzione.

Da quell'impegno sono scaturiti due incontri: il primo ha avuto luogo martedì 30 settembre 2003 presso il IX Municipio, mentre il secondo è stato un sopralluogo che si è svolto martedì 7 ottobre 2003. Alla discussione hanno partecipato gli Assessori del IX Municipio Franco Figurelli e Teresa Andreoli, il Vicecomandante del IX Gruppo dei VV.UU con una sua collega, due rappresentanti dell'Assessorato alla Sicurezza del Comune di Roma, la dott.ssa Nunzia Rossi dell'Ente Parco regionale dell'Appia Antica, e un rappresentante del Gabinetto del Sindaco.

Il risultato è che le "aree per cani" dovranno assumere sempre più la fisionomia di una grande area, recintata, identificata da un percorso preciso, priva di fontanelle (che dovrebbero trovarsi al di fuori dell'area) ma piuttosto provvista di grandi ciotole con acqua esclusivamente per i cani, con erba corta sempre tagliata in modo da incoraggiare il proprietario del cane a raccogliere gli escrementi, dotata di un proprio ingresso verso l'esterno e attrezzata di bidoni per i rifiuti e, ad ogni ingresso, di un cancelletto con una molla con contrappeso in modo che l'animale possa entrare ma non uscire autonomamente. Il mantenimento dell'attrezzatura e la fornitura di palette e sacchetti potrebbe essere così affidato ad associazioni ONLUS.

Per quanto riguarda la Caffarella, l'attenzione si è focalizzata sulle aree già esistenti, quella sotto il campo sportivo De Rossi e quella tra via Mondaini e il casale Tarani. I cartelli, che vanno ripristinati, sono già disponibili, e l'Ufficio Diritti degli Animali contribuisce alla collocazione. L'Ente Parco si occupa di disegnare definitivamente il perimetro per le aree cani esistenti e provvedere alla loro recinzione con una siepe o eventualmente con una rete nascosta da una siepe, di inserire nel regolamento del Parco la facoltà per i cani di muoversi liberamente nelle aree a loro destinate, e di individuare una nuova area tra la marrana della Caffarella fino al pioppeto verso via Macedonia con ingresso indipendente in via C. De Bildt, dove non sono segnalati animali importanti che potrebbero essere disturbati (la nuova area è dotata di una recinzione "naturale" costituita dalle case, da una recinzione già esistente, dalla scarpata). Il IX Municipio procura le palette e i sacchetti insieme a qualche sponsor privato, contribuisce alla recinzione naturale con canneto o siepe arbustiva, e provvede all'apertura di un altro ingresso. In tale condizione il IX Gruppo di P.M. è pronto a collaborare nel far rispettare il regolamento.

Nei primi mesi del 2004 l'arch. Catia Gioia (X Dipartimento) e la dott.ssa Nunzia Rossi (Ente Parco) individuano la prima area da attrezzare, l'Assessore ai LL.PP. del Comune di Roma Giancarlo D'Alessandro richiede all'A.C.E.A. la collocazione di due abbeveratoi, il Direttore del X Dipartimento arch. Stefano Mastrangelo mette a disposizione le essenze arboree, le panchine e i cestini porta rifiuti, e infine il IX Municipio e l'A.M.A. concordano una apposita convenzione per la manutenzione delle aree attrezzate.

Da allora non si è saputo più nulla, fino a quando un articolo su Repubblica nell'aprile 2005 ha riportato l'annuncio dell'Assessore alle Politiche Ambientali del Comune di Roma Dario Esposito, che avrebbe destinato 250.000 EURO alla Caffarella, anche per realizzare le aree cani.


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copyright COMITATO PER IL PARCO DELLA CAFFARELLA 3 maggio 2004