Dossier

La balcanizzazione dei monumenti della Caffarella


Sono già passati giorni e siamo ancora in attesa di una risposta dall'Assessore alle politiche culturali del Comune di Roma on. Gianni Borgna

  1. Le associazioni sono soggetto attivo nella promozione del Parco
  2. Il Parco ha caratteristiche peculiari che solo le associazioni locali possono comunicare
  3. I benefici della collaborazione tra Amministrazioni e associazioni radicate nel territorio
  4. La balcanizzazione dei monumenti della Caffarella
  5. La risposta della Sovraintendenza Comunale alle nostre osservazioni
  6. La chiusura improvvisa di Sant'Urbano e la proposta di volontariato
  7. L'audizione con la V Commissione Consiliare Permanente (Cultura) del Comune di Roma

Le associazioni sono soggetto attivo nella promozione del Parco

Il Comitato per il Parco della Caffarella ha tra i propri fini istituzionali, anzi addirittura come scopo principale, contribuire alla conservazione, alla tutela e alla valorizzazione dell'area protetta "Parco regionale dell'Appia Antica".

Non solo siamo stati attivi e protagonisti nel processo istituzionale che ha portato alla approvazione prima della Legge Regione Lazio 10 novembre 1988 n. 66 "Istituzione del Parco regionale suburbano dell'Appia Antica", e poi della Legge Regione Lazio 6 ottobre 1997 n. 29 "Norme in materia di aree naturali protette regionali", ma abbiamo anche partecipato alla definizione degli strumenti di assetto dell'area protetta, collaborando direttamente con il X Dipartimento del Comune di Roma per la redazione del Piano di Utilizzazione della Caffarella, e contribuendo con le nostre valutazioni alla redazione del Piano del Parco dell'Appia Antica.

Il Parco ha caratteristiche peculiari che solo le associazioni locali possono comunicare

Alla Villa dei Quintili, così come al Castello Caetani, è naturale applicare il concetto di "museo diffuso"; il "museo" non viene più identificato nella esposizione di reperti della Tomba di Cecilia Metella o nell'Antiquarium della Villa dei Quintili, ma è inteso come il luogo più vasto che:

In questo senso appare necessario estendere il concetto di "museo diffuso" all'intero Parco regionale dell'Appia Antica, e stabilire di conseguenza un "metodo di fruizione" dell'intero territorio, che chiarisca la relazione tra oggetti conservati, presenze archeologiche sparse nel territorio, ambiente e paesaggio, e comunità che eredita oggi duemila anni di trasformazione del territorio stesso. Il museo diffuso porta a coinvolgere in un ruolo primario o comunque di compartecipe il visitatore; la finalità della formazione culturale dei cittadini si rivaluta rispetto al ruolo di conservazione e di studio scientifico del reperto della collezione o della presenza archeologica o naturalistica.

Il compito educativo, per il Parco regionale dell'Appia Antica, è contraddetto dalle limitazioni alla fruizione del patrimonio protetto; i biglietti di ingresso e le palizzate palatine sono le "barriere architettoniche" dal punto di vista culturale con cui il cittadino è costretto a confrontarsi; anzichéessere costretto a pagare un biglietto, il visitatore del Parco dovrebbe ricevere un credito, che vorremmo chiamare "formativo", analogo a quello che riceve il donatore di sangue.

Accanto all'azione educativa è anche fondamentale mantenere l'attività di ricerca scientifica che deve svolgersi nello studio dei vari elementi che costituiscono il Parco, a prescindere dalle differenze di competenza e di normativa; tenendo conto poi che il Parco può non essere in grado di sostenere un'attività di ricerca o uno staff di studio autonomo, dovranno essere stabilite delle sinergie tra le componenti sociali strutture educative e di ricerca presenti nel territorio. A maggior ragione, se gli alti costi e la bassa resa economica di una gestione "di mercato" del patrimonio storico, archeologico e naturale del Parco possono non giustificare una gestione pubblica, al contrario la necessità di una efficiente tutela e conservazione, le richieste della ricerca scientifica e la relazione con il territorio e con la comunità locale offrono una forte motivazione ad un intervento gestionale pubblico che partendo dalle Sovrintendenze e dall'Ente Parco passi per le Università e gli Istituti scolastici, per arrivare alle Amministrazioni locali e all'associazionismo radicato nel territorio. Ogni attività di ricerca dovrà preoccuparsi non solo di disporre di laboratori e magazzini efficienti, ma anche di garantire l'esposizione dei risultati della ricerca e la comunicazione ai cittadini e ai visitatori.

Di fronte a ciò pensare al Parco regionale dell'Appia Antica come ad una realtà scientifica al di fuori delle manifestazioni sociali, che può essere gestita dai funzionari delle Sovrintendenze o dell'Ente Parco per quanto riguarda lo studio e la conservazione e appaltata alle società a scopo di lucro per quanto riguarda la comunicazione e la valorizzazione, è un'utopia inaccettabile ed un errore culturale.

Gli operatori del Parco hanno una funzione diversa rispetto a quelli del museo e dell'area archeologica tradizionali; essi devono infatti anche essere mediatori tra la comunità e il museo, devono rendere efficace la relazione tra questi due soggetti, devono comunicare al visitatore il "valore aggiunto" portato da questa relazione: solo così il servizio rivolto ai visitatori può migliorare la comprensione da parte del pubblico e contribuire efficacemente alla conservazione e alla protezione del patrimonio protetto.

I benefici della collaborazione tra Amministrazioni e associazioni radicate nel territorio

Come avviene in tutto il mondo, ogni qual volta che i servizi rivolti alla fruizione sono gestiti da organismi il cui compito istituzionale è la conservazione, l'accoglienza dei visitatori ha un approccio "conservativo". Questo avviene anche nel Parco regionale dell'Appia Antica, con un ulteriore peggioramento laddove i servizi di accoglienza sono appaltati alle società a scopo di lucro: al bookshop della Villa dei Quintili, gestito da più di tre anni dalla soc. PIERRECI, è significativa la totale assenza di cartoline con la Villa dei Quintili; sia la società ZETEMA s.r.l., che svolge il servizio in convenzione con il Comune di Roma, sia certe associazioni che collaborano con l'Ente Parco, hanno in diverse occasioni mancato agli appuntamenti, con grave danno sia per i visitatori sia per l'immagine dell'Istituzione.

Al contrario, la nostra associazione, che è radicata nel territorio, si propone di:

La penetrazione dell'informazione dipende dalla convinzione dell'operatore nel comunicare. Peraltro, saremmo curiosi di sapere come reagiscono questi operatori estranei al territorio quando vengono interpellati con domande del tipo: "Vengono i miei amici da Bologna e mi vergogno a portarli in questo immondezzaio", "'sti cestini, quando li svuotiamo?", "Invece di stare qui a perdere tempo, perché non andate a pulire il parco o a innaffiare gli alberi?", "Un bambino è stato morso da un cane, e voi cosa fate?", "Quand'è che riparate i giochi, mettete altri alberi, altri cestini?", "Questi blocchi di tufo che avete messo agli ingressi fanno schifo", "Perché i Guardia Parco non mi lasciano sguinzagliare il mio cane, che non dà fastidio a nessun animale e al massimo si mangia qualche lucertola?", "Potete aiutarmi a raccogliere firme affinché la festa di San Giuseppe diventi festa nazionale?", "Ma lo volete capire che nel Parco ci vogliono le panchine?", ecc.

La balcanizzazione dei monumenti della Caffarella

Il 19 gennaio 2003 è a regime la balcanizzazione dei monumenti della Caffarella: le varie strutture alle grandi organizzazioni archeologico-politico-ambientaliste (i monumenti comunali alla azienda ZETEMA s.r.l., i monumenti statali alla società PIERRECI, il casale adiacente al tempio del dio Redicolo affidato dall'Ente Parco alle imprese a scopo di lucro legate all'Agenzia Regionale Parchi, ecc. ecc.); la chiesa di S. Urbano e il Tempio del Dio Redicolo sono gestiti non dall'Ente Parco regionale dell'Appia Antica (individuato come soggetto gestore dall'accordo di programma approvato dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali, dalla Regione Lazio, dall'Ente Parco e dal Comune di Roma), bensì dalla Sovraintendenza comunale, la quale applica dei criteri di fruizione particolari, ad esempio:

Sempre il Comune di Roma, che pure ha attivato una comunicazione continuativa con i punti informativi comunali, mostra di adottare una strategia concorrenziale sulle proprie iniziative. Il periodico «Tourist's passepartout» edito dal Comune di Roma, Assessorato al Turismo e dall'Agenzia per il Turismo di Roma riporta le visite guidate domenicali del Parco regionale dell'Appia Antica e quelle occasionali della Sovraintendenza Comunale, mentre il periodico «Arte a Roma : offre il Comune» edito dal Comune di Roma, Assessorato alle Politiche Culturali - Sovraintendenza ai Beni Culturali e da ZETEMA s.r.l., riporta esclusivamente le iniziative della società ZETEMA s.r.l.

La risposta della Sovraintendenza Comunale alle nostre osservazioni

E' paradossale che il Comune di Roma investa risorse pubbliche per triplicare un servizio già offerto da anni ai cittadini dal Comitato per il Parco della Caffarella in collaborazione con l'Ente Parco regionale dell'Appia Antica, mentre lo stesso Comune di Roma dichiara di essere impotente a riparare i giochi e i percorsi attrezzati, e a garantire la pulizia e la sorveglianza. Questo è stato segnalato al Sindaco di Roma Walter Veltroni al termine dell'incontro del febbraio 2003. Il Sindaco Veltroni ha mostrato di non esserne informato, ha riconosciuto l'assurdità di promuovere due visite guidate alla stessa ora e si è rivolto al dott. Mucci della Sovraintendenza comunale affinché si occupasse della questione.

Poiché dopo tre mesi nulla era cambiato, ci siamo rivolti al Sovraintendente ai Musei Gallerie Monumenti e Scavi del Comune di Roma prof. Eugenio La Rocca, descrivendo la questione e chiedendo un appuntamento:

Al Sovraintendente ai Musei Gallerie Monumenti e Scavi del Comune di Roma
prof. Eugenio La Rocca
piazza Campitelli 7, 00186 Roma

Roma, 9 giugno 2003

Egregio prof. La Rocca,
come Lei certamente sa, all'inizio di febbraio la nostra associazione ha discusso con il Sindaco Veltroni della tutela, della valorizzazione e della gestione della Caffarella, alla presenza di numerosi Assessori, dei Direttori di Dipartimenti e di Aziende Municipalizzate, del Direttore del Parco regionale dell'Appia Antica.
Una delle questioni discusse è la sovrapposizione delle visite guidate alla Caffarella, le une in base alla convenzione Ente Parco - associazioni, le altre condotte da dipendenti del Comune di Roma, le altre ancora in base alla convenzione Comune di Roma - ZETEMA s.r.l..
Nonostante la raccomandazione del Sindaco a evitare la sovrapposizione, questa prosegue ancora oggi, traducendosi in sperpero di denaro pubblico, nel disorientamento dei visitatori, nell'umiliazione del lavoro dei volontari.
Le chiediamo quindi un appuntamento per verificare insieme come nel prossimo anno sociale l'azione del Comune di Roma, dell'Ente Parco e delle associazioni legate al territorio possa sviluppare una proficua sinergia, anziché un'inutile competizione (alleghiamo il dossier a suo tempo discusso con il Sindaco e aggiornato). Tra l'altro, l'ottimizzazione dell'impegno delle risorse umane (i dipendenti che devono aprire la domenica mattina la chiesa di S. Urbano, gli archeologi che si sovrappongono nel condurre visite guidate) ed economiche (la società ZETEMA s.r.l. che triplica le visite guidate al Parco) della Sovraintendenza da Lei diretta potrebbe garantire all'Amministrazione un risparmio dell'ordine dei 5.000 EURO ogni anno.
Certi della Sua disponibilità, Le inviamo i nostri cordiali saluti.

Comitato per il Parco della Caffarella

L'effetto della lettera è stato che all'inizio dell'estate 2003 abbiamo avuto alcuni colloqui telefonici con i funzionari della Sovraintendenza. Dato però che la sovrapposizione delle visite guidate non ha subito nessuna interruzione, alla fine di agosto abbiamo nuovamente scritto al Sovraintendente per ripetere la richiesta di un appuntamento:

Al Sovraintendente ai Musei Gallerie Monumenti e Scavi del Comune di Roma
prof. Eugenio La Rocca
piazza Campitelli 7, 00186 Roma

Roma, 25 agosto 2003

Egregio prof. La Rocca,
abbiamo molto apprezzato la precisione e la cortesia con cui la dott.ssa Camardo ha puntualizzato alcune questioni riguardanti da un lato il servizio di visite guidate di ZETEMA s.r.l. ai monumenti della Caffarella, e dall'altro la sovrapposizione con il servizio di visite guidate domenicali da noi svolto sin dal 1996, in convenzione con l'Ente Parco regionale dell'Appia Antica dal 1999, e con i contributi di volta in volta del X Dipartimento del Comune di Roma, della Regione Lazio e dei Centri di Servizio per il Volontariato del Lazio CESV e SPES.
Noi riconosciamo senz'altro lo sforzo della Sovraintendenza Comunale nella valorizzazione del patrimonio monumentale della Caffarella; ci attiveremo nel prossimo anno sociale affinché questo riconoscimento sia condiviso dai cittadini che contattano il Punto Informativo della Caffarella.
Desideriamo tuttavia informarLa che, dalle informazioni ricevute, i tre problemi da noi segnalati (spreco di denaro pubblico, disorientamento dei visitatori, umiliazione dei volontari), che sono emersi sin da quando Sant'Urbano è stato finalmente aperto al pubblico (e ZETEMA s.r.l. ha iniziato a svolgere il servizio in Caffarella), e che furono accennati in occasione dell'incontro con il Sindaco di Roma dello scorso febbraio, non solo non hanno trovato una soluzione, ma non sono stati neanche discussi.
Evidentemente né per lettera né per telefono, riusciamo a descrivere efficacemente l'imbarazzo in cui si trova il servizio di informazione e accoglienza del Parco, per cui, accogliendo la Sua conferma di disponibilità a colloquiare con noi, riproponiamo la richiesta di un incontro, dove contiamo di riuscire a illustrare in modo più convincente le nostre proposte per garantire la migliore fruizione del patrimonio dell'area protetta.
Cordiali saluti

Comitato per il Parco della Caffarella

Dopo altri due mesi nulla è cambiato, anzi nel settembre 2003 la sovrapposizione delle visite guidate è ripresa come se nulla fosse. A questo punto abbiamo ritenuto che fosse arrivato il momento di rivolgerci direttamente all'Assessore alle Politiche Culturali del Comune di Roma Gianni Borgna:

All'Assessore alle Politiche Culturali del Comune di Roma
dott. Gianni Borgna
piazza Campitelli 7, 00186 Roma

Roma, 24 ottobre 2003

Egregio Assessore,
come Lei certamente sa, all'inizio di febbraio la nostra associazione ha discusso con il Sindaco Veltroni della tutela, della valorizzazione e della gestione della Caffarella, alla presenza di numerosi Assessori, dei Direttori di Dipartimenti e di Aziende Municipalizzate, del Direttore del Parco regionale dell'Appia Antica, degli Assessori del IX e dell'XI Municipio.
Una delle questioni discusse fu la sovrapposizione dei servizi al visitatore promossi sin dal 1996 dalla nostra associazione di volontariato (oggi in convenzione con l'Ente Parco) con quelli condotti da gennaio scorso da ZETEMA s.r.l. (in convenzione con il Comune di Roma).
Nonostante la raccomandazione del Sindaco a evitare la sovrapposizione, questa è proseguita, per cui in giugno ci siamo rivolti al prof. Eugenio La Rocca, al quale abbiamo sottoposto un dettagliato dossier dove erano evidenziati lo sperpero di denaro pubblico, il disorientamento dei visitatori, l'umiliazione del lavoro dei volontari.
Dalla risposta del Sovraintendente e da alcuni colloqui telefonici con i funzionari della Sovraintendenza, abbiamo appreso che la sovrapposizione non è un problema visto che l'attivazione di ZETEMA ci è stata comunicata all'inizio dell'anno e che le visite guidate condotte da tale società avvengono mezz'ora dopo le nostre. A parte questo, i problemi da noi segnalati non solo non hanno trovato una soluzione, ma non sono stati neanche discussi. Alla fine di agosto, avendo letto nella lettera del Sovraintendente la conferma della disponibilità a colloquiare con noi, abbiamo riproposto al Sovraintendente la richiesta di un incontro.
Non abbiamo ottenuto risposta.
E' nostra ferma convinzione che la promozione della Caffarella e la collaborazione con il Comune di Roma sono questioni troppo importanti per essere ostacolate da un difetto di comunicazione tra la nostra associazione e un Ufficio comunale. E questo è ancor più vero in questo momento, quando l'Ufficio Espropri è sul punto di completare l'acquisizione del primo stralcio del Parco della Caffarella, e quando il Dipartimento Politiche Educative e Scolastiche ha accreditato dieci nostri progetti nell'ambito dell'iniziativa "Città come Scuola".
Le chiediamo quindi un appuntamento per verificare insieme come nel prossimo anno l'azione del Comune di Roma, dell'Ente Parco e delle associazioni legate al territorio possa sviluppare una proficua sinergia, anziché un'inutile competizione. Il dossier è stato aggiornato ed è allegato a questa lettera.
Certi della Sua disponibilità, Le inviamo i nostri cordiali saluti.

Comitato per il Parco della Caffarella

La chiusura improvvisa di Sant'Urbano e la proposta di volontariato

La chiesa di Sant'Urbano (nota anche come Tempio di Cerere e Faustina) è stata sottoposta a procedimento espropriativo in base al Piano di Utilizzazione approvato con Accordo di Programma sottoscritto in data 19 aprile 1996. Subito dopo è stata inclusa nel primo perimetro di esproprio del Parco della Caffarella, finanziato dalla Legge per Roma Capitale e approvato dalla Giunta comunale con deliberazione n. 934 del 21 marzo 1997, ed è stata acquisita con atto Notaio Dott. Marcello Grizi Rep. N. 52858 racc. n. 1810 del 29 gennaio 2001 (Ordinanza del sindaco 20 novembre 2001 n. 352).

Con due anni di ritardo, finalmente dal 19 gennaio 2003 il monumento è diventato fruibile. Da quella stessa data, alle visite guidate gratuite in Caffarella condotte dal Comitato per il Parco della Caffarella in convenzione con l'Ente Parco regionale dell'Appia Antica si sovrappongono altre visite guidate, condotte dalla società a scopo di lucro ZETEMA s.r.l.

Un altro fattore di confusione è causato da una serie di complicazioni che di fatto ostacolano il godimento della chiesa da parte dei cittadini: la chiesa è consacrata, e l'apertura va concordata con la Diocesi di Roma; le chiavi sono conservate dal Parroco della chiesa di San Sebastiano, e ogni domenica mattina un dipendente della Sovraintendenza comunale è costretto a recarsi dal Parroco di San Sebastiano, prendere in consegna le chiavi, tenere aperto il monumento (dalle 10.30 alle 12.15), richiudere e infine riconsegnare le chiavi.

Tale è la farraginosità del meccanismo che nei mesi di maggio e giugno 2004 le domeniche nelle quali il monumento è stato aperto sono state meno di quelle in cui è rimasto chiuso, il che ha indotto l'associazione Comitato per il Parco della Caffarella a proporre un progetto di volontariato per garantire l'apertura del monumento e l'offerta di visite guidate gratuite, senza oneri per l'Amministrazione.

La proposta è stata respinta dalla Sovraintendenza Comunale con una motivazione sorprendente: «questa Sovraintendenza Comunale non ha, a tutt'oggi, ancora acquisito formalmente la Chiesa di S. Urbano alla Caffarella. Sono state avviate in tal senso, comunque, le necessarie procedure amministrative».

A questo punto, vista la difficoltà di comunicazione con i vertici dell'Assessorato alle politiche culturali del Comune di Roma, abbiamo deciso di chiedere una audizione alla V Commissione Consiliare Permanente (Cultura) del Comune di Roma, proponendo di discutere le seguenti questioni:

  1. Per quale motivo il monumento, che è stato acquisito dal Comune di Roma il 29 gennaio 2001, dopo quasi quattro anni non è stato formalmente acquisito dalla Sovraintendenza Comunale?
  2. Le visite guidate alla chiesa di Sant'Urbano condotte sin dal gennaio 2003 dalla società a scopo di lucro ZETEMA s.r.l. (come riportato nel periodico «Arte a Roma : offre il Comune») quanto costano al Comune di Roma?
  3. La duplicazione del servizio di visite guidate gratuite avviene a seguito di un qualche atto di indirizzo della Giunta o del Consiglio comunale?
  4. Come si spiega il differente comportamento degli Uffici che, con la motivazione della mancata acquisizione formale del monumento, rifiutano un progetto di volontariato, ma nello stesso tempo affidano lo stesso servizio a titolo oneroso ad una società a scopo di lucro?

L'audizione con la V Commissione Consiliare Permanente (Cultura e Sport) del Comune di Roma

Mercoledì 13 ottobre 2004 il Comitato ha incontrato la V Commissione Consiliare Permanente (Cultura e Sport) Comune di Roma; erano presenti la Presidente dott.ssa Adriana Spera (P.R.C.), i consiglieri Maurizio Bartolucci (D.S.) e avv. Giovanna Cau (D.S.), la Sovraintendenza Comunale (S.C.) rappresentata dalla dott.ssa Camardo e dal dott. Mucci, il Vicariato di Roma con il dott. Bencetti. Ecco cosa è stato detto:

Comitato: rispondendo alla domanda della Presidente Spera sul motivo della richiesta di audizione, illustriamo la questione di Sant'Urbano, sottolineando il lavoro svolto dalla S.C. per la Caffarella durante il Giubileo, ma segnalando anche l'assenza di rapporti tra la nostra associazione e il Sovraintendente La Rocca e l'Assessore Borgna, la sovrapposizione delle visite di Zétema s.r.l. a quelle nostre in collaborazione con l'Ente Parco, gli ostacoli all'accesso alla chiesa di Sant'Urbano, il rifiuto da parte della S.C. della nostra offerta di volontariato completamente a costo zero, il ritardo nell'acquisizione formale del monumento.

I funzionari della S.C. informano la Commissione che il monumento è stato effettivamente acquisito all'inizio del 2001, ma la S.C. non ha ancora ricevuto dall'Ufficio Espropri o dall'Ass.to al Patrimonio la formale consegna della competenza sul bene acquisito; è rimasto il problema dell'accesso perché il lotto circostante è ancora di proprietà della società Erode Attico; la situazione non solo ha ostacolato i dipendenti della S.C. che si sono recati a fare un sopralluogo per il rilievo topografico finalizzato al restauro, ma per come stanno ora le cose, impedirebbe addirittura la collocazione dei ponteggi; la S.C. si è posta il problema se recintare o meno la parte pubblica, ma la rete sarebbe stata così vicina al perimetro della chiesa che l'idea è stata abbandonata.

Il rappresentante del Vicariato spiega che Sant'Urbano è stato acquisito dal Comune di Roma con accordo bonario, visto che l'esproprio di beni oggetto di culto è impedito dal Concordato; la chiesa è quindi "proprietà" del Comune di Roma, ma il "possesso" è della Diocesi di Roma, e la responsabilità è del parroco di San Sebastiano; non si tratta di un caso straordinario: la Diocesi, soprattutto nel centro storico, ha il possesso di numerosissime chiese che come proprietà appartengono al Demanio dello Stato; effettivamente il bene acquisito è solo l'edificio, il che crea numerosi problemi per l'uso della chiesa, non ultimo la mancanza di illuminazione; purtroppo se la diocesi ha la responsabilità della gestione della chiesa, viceversa essa non può assolutamente toccare nulla, e neanche allacciare un contatore per l'illuminazione.

I funzionari della S.C. segnalano che il ristorante fa un uso improprio del monumento usandolo come luogo per rinfreschi, e intanto gli affreschi sbiadiscono; la S.C. ha in programma un monitoraggio per sei mesi delle condizioni climatiche dell'edificio, e poi predisporrà un progetto di restauro.

I due Consiglieri chiedono chiarimenti a proposito delle visite guidate condotte da Zétema, confermando l'"invadenza" di Zétema s.r.l. in tante iniziative culturali attivate dal Comune di Roma, e sottolineando che il volontariato deve essere incoraggiato, a maggior ragione quando esiste già una collaborazione con un ente pubblico come il Parco regionale dell'Appia Antica.

I funzionari della S.C. ricordano che le visite di Zétema sono gratuite, e comunque fino alla fine dell'anno non è previsto questo servizio, che riprenderà solo successivamente.

La Presidente risponde che il servizio ha un costo per il bilancio del Comune di Roma, chiedendo cosa impedisce a Zétema di condurre visite guidate in qualche altro monumento che invece rimane chiuso.

I funzionari della S.C. replicano che non è possibile trasferire gli operatori di Zétema su un altro percorso, perché la preparazione degli operatori ha richiesto a suo tempo un notevole investimento di risorse; Zétema ha sette operatori specializzati, ai quali sono stati assegnati una decina di monumenti, e per ciascun monumento è stata fatta una preparazione specifica anche parecchio costosa; ora la S.C. sta preparando due nuovi itinerari per il prossimo anno, ma come si vede non è possibile aggiungere un monumento all'improvviso.

I due Consiglieri chiedono se è vero che oltre al servizio effettuato dall'associazione in collaborazione con l'Ente Parco e oltre al servizio effettuato da Zétema s.r.l., anche la S.C. conduce visite guidate nello stesso luogo.

I funzionari della S.C. rispondono che effettivamente anche la S.C. conduce con propri funzionari visite guidate ai monumenti che le sono stati affidati, ritenendo che sia un diritto-dovere del Comune di Roma illustrare i propri monumenti; peraltro sia le visite della S.C. che quelle di Zétema hanno un grande successo tra i cittadini e valorizzano il lavoro del Comune di Roma; le visite dell'Ente Parco in fondo riguardano e valorizzano un altro Ente pubblico.

La Presidente e i due Consiglieri però ricordano da un lato la responsabilità dominante del Comune di Roma all'interno del Parco, e dall'altro che siccome il bilancio votato dal Consiglio Comunale viene prima discusso in Commissione, spetta alla Commissione stabilire se il costo di questo servizio è giustificato o meno; infine ricordano che il problema più grave è che sia garantita l'apertura del monumento.

I funzionari della S.C. rispondono che la S.C. si è assunta la responsabilità di rendere fruibile il monumento anche nelle more dell'acquisizione formale da parte della S.C.; ogni domenica una dipendente effettivamente si reca dal parroco di San Sebastiano, prende le chiavi, apre dalle 10.00 alle 12.30, e poi va a restituire le chiavi; la chiusura in alcune domeniche di maggio e giugno è stata un incidente, bisogna tenere presente che il luogo non ha servizi igienici, poi i dipendenti si possono anche ammalare.

Il rappresentante del Vicariato commenta che la fruizione della chiesa, sia per i fedeli che per i visitatori, è un problema molto grave; il vicolo di Sant'Urbano è proprietà privata ed in più occasioni dei fedeli che volevano celebrare la S. Messa hanno trovato il vicolo sbarrato; la cosa sconcertante è che il ristoratore di frequente si impossessa del monumento aprendo il cancelletto che separa l'area della chiesa da quella del ristorante, e collegando due cavi è l'unico in grado di illuminare l'interno dell'edificio; per disincentivare il ristoratore a usare impropriamente la chiesa la diocesi ha proibito la celebrazione dei matrimoni; la diocesi si aspettava che con l'esproprio il ristoratore sarebbe stato disincentivato dall'usare l'edificio, ma a quanto pare dopo l'esproprio non solo la strada è rimasta privata, ma il ristorante ha avuto addirittura un parcheggio a disposizione.

I funzionari della S.C. rispondono che la S.C. sta intervenendo sull'Ufficio Espropri per verificare se il vicolo di Sant'Urbano è soggetto a servitù di transito, e il parcheggio doveva essere solo per i mezzi di servizio del Parco; la società Erode Attico lascia parcheggiare le auto anche lungo tutto il vicolo, ma comunque è una situazione migliore rispetto a quando le automobili parcheggiavano lungo tutta la collina. Poi informano tutti che la società Erode Attico ha offerto la propria disponibilità a cedere gratuitamente il terreno circostante la chiesa, ma non sono stati ancora chiariti i termini della cessione; ad ogni modo, appena l'Ufficio Espropri avrà chiarito la situazione dal punto di vista patrimoniale la chiesa sarà dotata di impianto di allarme.

I due Consiglieri domandano perché il progetto di volontariato sia stato respinto.

I funzionari della S.C. rispondono che la proposta dell'associazione è sicuramente meritevole e potrà essere discussa magari anche insieme all'Ente Parco, comunque per ora la S.C. già garantisce l'apertura del monumento.

Comitato: non si può incaricare la dipendente della S.C. di spiegare il monumento ai visitatori?

I funzionari della S.C. rispondono che per garantire la qualità della propria attività informativa e didattica la S.C. non può affidare il servizio di illustrazione del monumento che ad archeologi.

Comitato: pur essendo chiara e meritevole l'intenzione della S.C., la sensazione che ha il cittadino di fronte a un monumento dove il personale della S.C. non fornisce nessuna spiegazione è che il servizio fornito sia peggiore, non migliore; l'associazione è disponibile a attivare il servizio con giovani laureati, sempre che la diocesi sia d'accordo.

Il rappresentante del Vicariato replica che la diocesi non ha nulla in contrario, però la responsabilità rimane al parroco di san Sebastiano, e una delle conseguenze è che non si può autorizzare la duplicazione delle chiavi.

I funzionari della S.C. aggiungono che intanto, per evitare disagi ai partecipanti alle visite guidate, l'associazione può telefonare al cellulare della dipendente che apre sant'Urbano.

Comitato: un ultimo problema riguarda l'esproprio di altri 50 ettari tra cui la Vaccareccia.

I funzionari della S.C. rispondono che i lavori della Commissione istituita dal dott. Voce sono terminati, quindi l'acquisizione dovrebbe essere imminente; le prospettive sono però delicate, il restauro solo della Vaccareccia può costare tra i 5 e i 6 miliardi, poi c'è la cisterna sotto via De Bildt che è pericolante, poi ancor più pericolosa è la cisterna sotto via Macedonia.

Comitato: sarebbe opportuno riconvocare la V Commissione su questi problemi, e se poi la Presidente vorrà invitarci verremo volentieri.

Adriana Spera: la V Commissione potrà senz'altro riunirsi di nuovo su questi problemi alla fine dell'anno o all'inizio del prossimo anno, ci rivedremo in quella occasione.

Epilogo

Venerdì 15 ottobre la Presidente della V Commissione ha inviato due lettere: la prima, diretta all'Assessore Gianni Borgna, solleva la questione dell'opportunità di sovrapporre Zétema s.r.l. alle visite del Comitato in collaborazione con l'Ente Parco; la seconda, diretta agli Assessori D'Alessandro e Minelli, chiede la rapida acquisizione del terreno circostante la chiesa e l'allaccio di acqua e luce.

Domenica 24 mattina la chiesa di Sant'Urbano era chiusa.


Per commenti e osservazioni potete contattarci via e-mail c/o:
comitato@caffarella.it

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