Ordine del Giorno del IX Municipio
Ordine del giorno contro la guerra preventiva in Iraq
Il Consiglio del Municipio Roma IX
- riaffermando la convinta adesione ai principi e ai fini della Carta delle Nazioni
Unite e della Costituzione Italiana che escludono la guerra come mezzo di risoluzione
delle controversie internazionali e che impegnano il nostro paese e tutte le sue istituzioni
ad operare per la pace e la giustizia nel mondo;
- allarmato per il rischio che la comunità internazionale si ritrovi presto
coinvolta in una nuova drammatica guerra annunciata dal governo degli Stati Uniti contro l'Iraq;
- fortemente preoccupato per la decisione degli Stati Uniti di abbandonare la dottrina
della legittima difesa per adottare la dottrina della "guerra preventiva" in base alla quale
la guerra all'Iraq non sarebbe che la prima di una serie di azioni militari unilaterali
contro tutti i paesi sospettati di minacciare gli Stati Uniti;
- convinto che una strategia così destabilizzante metta fin al tabù della guerra e
infligga un durissimo colpo al diritto, alla pace e alla sicurezza nel mondo;
- sottolineando come la guerra comporti sempre maggiori perdite di vite umane e di beni
materiali, calpesti ogni diritto umano, produca immani sofferenze a popolazioni inermi,
provochi la distruzione indiscriminata e sovente deliberata di monumenti di inestimabile
valore per la storia e l'identitą civile e religiosa dei popoli coinvolti nella guerra;
- consapevole del fatto che una nuova guerra di queste proporzioni rappresenterebbe
un pericolo anche per noi e per i nostri interessi, per l'Italia e per l'Europa, ci
esporrebbe al rischio di violenze e azioni terroristiche, accrescerebbe i sentimenti di
odio contro gli americani e i loro alleati allargando il fossato che separa l'occidente e
il mondo islamico, allontanerebbe ancora di più la possibilità di mettere fine
al conflitto arabo-israeliano e di costruire una pace giusta e duratura in Medio Oriente
che è la vera priorità dell'Onu e dell'Europa, indebolirebbe i cosiddetti
regimi arabi moderati e bloccherebbe ogni possibile evoluzione democratica di quei paesi;
- ritenendo che il regime di Saddam Hussein - come tutti quelli che nel mondo si rendono
responsabili di gravi violazioni dei diritti umani e del diritto internazionale - vada
contrastato dalle Nazioni Unite e dall'intera comunità internazionale con i numerosi
strumenti del diritto, della legalità e della giustizia penale internazionale già
oggi disponibili;
- esprimendo piena soddisfazione per il successo diplomatico ottenuto dalle Nazioni Unite
che ha portato il governo iracheno ad accettare la ripresa incondizionata delle ispezioni
sul proprio territorio;
- sottolineando l'urgenza di rafforzare e democratizzare l'Organizzazione delle Nazioni
Unite (unica casa comune di tutti i popoli del mondo) e tutte le altre istituzioni
internazionali, attraverso le quali occorre finalmente mettere in funzione un sistema di
sicurezza collettiva dotato di tutte le risorse necessarie;
- ribadendo la necessità di operare per la costruzione di un'Europa che sia strumento
di pace e di giustizia nel mondo;
- richiamando il solenne impegno di pace pronunciato ad Assisi lo scorso 24 gennaio dal
Papa e dai capi di tutte le religioni: "Mai più violenza. Mai più guerra. Mai
più terrorismo";
Chiede
al Parlamento e al Governo italiano, all'Europa, all'Onu e a tutti i responsabili
della politica nazionale e internazionale di:
- svolgere una incessante opera di mediazione, dialogo e persuasione tesa ad evitare
lo scoppio di una nuova disastrosa guerra, senza cedere alla logica dell'ultimatum;
- negare ogni forma di assenso e di coinvolgimento militare, diretto o indiretto;
- esercitare ogni forma di pressione politica sul governo iracheno affinché
non ponga ulteriori ostacoli alla missione degli ispettori dell'Onu impegnata a promuovere
e a verificare il disarmo dell'Iraq;
- mettere fine all'embargo che da dodici anni colpisce mortalmente la popolazione irachena;
- mettere fine all'occupazione israeliana dei territori palestinesi, assumere tutte le
misure di pressione e sanzione diplomatica ed economica necessaria per fermare l'escalation
della violenza, assicurare la protezione delle popolazioni civili e riavviare il processo
di pace (due popoli, due Stati);
- promuovere la giustizia penale internazionale accelerando l'insediamento della Corte
Penale Internazionale;
- convocare, nell'ambito delle Nazioni Unite, una Conferenza e un negoziato per l'eliminazione
di tutte le armi di distruzione di massa a partire dal Medio Oriente e dal Mediterraneo;
- affrontare i conflitti e le gravi tensioni che si concentrano in particolar modo nel
Mediterraneo con una progettualità lungimirante e una coerente iniziativa politica,
economica e culturale;
- dare all'Organizzazione delle Nazioni Unite, debitamente democratizzata, gli strumenti
necessari per garantire, senza distinzioni, il pieno rispetto di tutte le risoluzioni
approvate nel rispetto della Carta e del Diritto internazionale dei diritti umani;
- di partecipare, per quanto affermato precedentemente, alla manifestazione del
15 febbraio p.v., promossa dal Forum Sociale Europeo.
Si impegna
- a partecipare alla manifestazione contro la guerra, senza se e senza ma, promossa
dal Forum Sociale Europeo che si terrą a Roma il prossimo sabato 15 febbraio;
- ad informare i cittadini e le cittadine del IX Municipio sulla giornata mondiale di
protesta del 15 febbraio in modo da promuovere la partecipazione alla manifestazione e
contribuire nei fatti oltre che nella parole alla riuscita.
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