Scheda: la manutenzione degli acquedotti

La costruzione e la manutenzione degli acquedotti, che in età repubblicana era competenza dei censori, fu affidata, in età imperiale, al cosiddetto "curator aquarum", un magistrato che rispondeva direttamente al prefetto o all'imperatore, e che aveva a disposizione uno "staff" di architetti, tecnici, operai e amministratori (la "familia Aquarum").

Le nostre conoscenze degli acquedotti le dobbiamo, oltre che al buono stato di alcuni di essi, anche al ritrovamento del libro che Sesto Giulio Frontino, curator aquarum al tempo dell'imperiatore Traiano, scrisse nel 97 d.C., riportando posizione, sorgenti, percorso e portata di tutti gli acquedotti allora esistenti; con tale libro Frontino volle celebrare la magnificenza degli acquedotti da lui amministrati, che volle contrapporre alle altre grandi opere monumentali conosciute allora, tra cui le le "oziose piramidi o le inutili, benché famose, opere dei Greci".

La manutenzione consisteva sia nelle ordinarie opere di riparazione dalle perdite (nonché nella repressione delle captazioni abusive), sia nella costruzione di imponenti opere di rinforzo.


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copyright COMITATO PER IL PARCO DELLA CAFFARELLA, 13 maggio 1999