Scheda: l'organizzazione della strada romana


Il traffico antico era nella maggior parte dei casi pedonale, mentre si utilizzava la trazione animale per il trasporto; ad esempio Orazio va Brindisi a piedi, ma anche S. Pietro e S. Paolo arrivarono a Roma a piedi, non sul carro; il carro, trainato da buoi, era usato più che altro per trasportare le merci (cursus clabularius); naturalmente esistevano anche i carri passeggeri (cursus velox), ma, non essendo dotati di molle e balestre, per quanto mettessero cuscini rompevano la schiena dei viaggiatori, ed erano usati quasi esclusivamente per i viaggi molto lunghi.


Il pilentum: carro da viaggio a quattro ruore e coperto (rilievo murato nella chiesa di Maria-Saal (Klagenfurt, Austria)

L'aspetto di una strada antica fu illustrato da Orazio, che descrive il percorso della via Appia nella V Satira raccontando i vari episodi. Ogni 7 o 9 miglia (10-13 km) nei tratti più frequentati oppure ogni 10 o 12 miglia (14-17 km) in quelli meno importanti c'erano le stazioni di posta (mutationes) del cursus publicus.


La ricostruzione del carro al Museo della Civiltà Romana (da: Archeo anno XV n. 12/178, 1999)

Questo era il servizio postale, che funzionava ancora al tempo di Teodorico; i messi che trasportavano la corrispondenza giornaliera erano posti sotto l'autorità di un praefectus vehiculorum, e alle stazioni di posta usufruivano del cambio del cavallo; questo consentiva di mantenere costante la velocità di viaggio.

Ogni 25-30 miglia (cioè circa 40-45 km, distanza percorribile a piedi in un giorno) c'erano dei grandi alberghi di tappa (mansiones) dove i messaggeri, i funzionari e chi ne aveva il permesso potevano fermarsi a dormire. In prossimità dei centri abitati la strada era fiancheggiata da grandi ville e soprattutto da tombe e monumenti funerari di vario genere.

Infine numerosi erano i luoghi di ristoro e di alloggio per i viaggiatori. Nel territorio di Isernia è stato ritrovato un bassorilievo curioso che doveva essere l'insegna di una locanda, con servizi offerti e listino prezzi, sul quale Angelo Lubrano ha tratto un'interessantissima scheda. Ecco cosa dice: "Locandiera, facciamo i conti"; "Hai un sestiario di vino; per il pane, un asse; per lo stufato due assi". "D'accordo". "Per la fanciulla, otto assi". "Va bene". "Per il fieno del mulo due assi". "Questo mulo mi porterà alla rovina"!

Come oggi, anche al tempo dei Romani spesso le stazioni di posta o gli alberghi diventavano il germe intorno al quale nasceva un paese o addirittura una città.

Questa però non è stata la norma per la via Appia tra Roma e Terracina: qui il territorio era già urbanizzato, e infatti le cittadine di Bovillae, Aricia, Tres Tabernae e Forum Appii esistevano prima dei corrispondenti alberghi.

Per andare da Roma a Brindisi (circa 540 km) ci volevano comunemente 13-14 giorni, anche se Catone il vecchio ne impiegò appena 5, alla media di 120-130 km al giorno; un vero record se si considerano i tempi: era il 191 a.C.!

Lungo la strada si disponevano i miliari, cippi cilindrici in pietra che segnavano la distanza da porta Capena, scandendo ogni miglio (1478 metri). Potevano anche indicare distanze parziali da località già superate o da raggiungere e celebrare il nome di chi aveva restaurato quel tratto di strada o l'aveva costruito ex-novo.


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copyright COMITATO PER IL PARCO DELLA CAFFARELLA, 3 maggio 1999