Spiegazione dei termini tecnici più importanti



Architettura sacra e funeraria

La catacomba

A partire dal III sec. d.C. cominciano a diffondersi le catacombe; la catacomba è costituita da una o più gallerie sotterranee sovrapposte, occupate da tre tipi di deposizione: l'arcosolio (grande nicchia a forma di arco in cui si collocava un sarcofago), la forma (tomba scavata direttamente nel pavimento), o infine i vari piani di loculi (nicchie rettangolari scavate orizzontalmente nelle pareti, destinate a contenere uno o due corpi, e coperte da lastre di marmo o di mattoni); a volte nelle gallerie si aprono dei cubicoli, cioè delle stanze poligonali occupate anch'esse dalle deposizioni dei defunti (ipogeo di via Dino Compagni).

Le catacombe non sono certo esclusive della gente cristiana; infatti, benché sia vero che la quasi totale cristianizzazione della popolazione romana a partire da Costantino abbia enormemente diffuso tale tecnica funeraria, l'indagine recente indica che anche nel periodo precedente esistevano gli ipogei tipo catacomba, i quali appartenevano alle comunità cristiane solo in minima parte.

Come tutte le tombe romane, anche le catacombe erano collocate fuori della cerchia delle mura; così le catacombe cristiane, i mausolei e le altre tombe pagane vennero a trovarsi a strettissimo contatto, e quindi, ogni volta che la natura del terreno lo consentiva, si realizzavano lunghissime gallerie sotterranee per economizzare lo spazio disponibile. La catacomba poteva prendere il nome sia del martire o del santo che vi era sepolto (catacombe di Gordiano ed Epimaco) sia del proprietario del terreno (catacombe di Aproniano e di Pretestato).

La costruzione di catacombe tocca il culmine nel corso del IV secolo e declina già durante il V, segno sia della riduzione demografica della città, sia dell'abbandono dell'uso di seppellire fuori delle mura.

Tecnica edilizia

Opus quadratum (opera quadrata)

Opus quadratum

Muratura formata da grossi blocchi di pietra (marmo, tufo, travertino ecc.) di forma parallelepipeda, disposti gli uni sugli altri formando una struttura regolare. Questa tecnica fu usata fin dal periodo arcaico (fine VII-inizi VI sec. a.C.); a Roma, soprattutto dal IV sec. a.C., ebbe una forma particolare, con filari disposti alternativamente di testa e di taglio. Tale tecnica era ancora diffusa nel II sec. d.C..

L'opus quadratum nella forma originale si può vedere nelle Mura Repubblicane (ad esempio alla stazione Termini); come rivestimento è presente in tutte le tombe del tipo a mausoleo.

Opus spicatum

Pavimento composto da mattoni rettangolari collocati a spina di pesce; si può vedere sia nel convento dei Padri Marianisti sia in un frammento di pavimento accanto al sepolcro dei Pancrazi.

Opus sectile marmoreum

Pavimento composto da un mosaico di lastrine di marmo e pietra tagliate nelle forme più svariate; doveva essere di "opus sectile marmoreum" qualche stanza della villa di Erode Attico.

Opus cementicium (calcestruzzo)

Il calcestruzzo romano era ottenuto con un conglomerato di sassi e malta. La composizione della malta ebbe una importanza fondamentale per gli architetti romani; essa era formata in generale da calce impastata con sabbia o pozzolana, ma sia la quantità che la qualità delle due componenti potevano variare moltissimo a seconda del periodo, del luogo, dell'architetto, del costo e del genere di edificio.

Con la malta erano impastati sassi, scaglie di tufo o di selce, pezzi di mattoni ecc., formando così un conglomerato solido quanto poco costoso.

Coccio pisto

Tipo di muratura impermeabile ottenuto impastando la calce con frammenti di mattoni (si può vedere nel ninfeo di fronte alla Vaccareccia e nelle due cisterne di fronte S. Urbano).

Opus signinum

Tipo di muratura ottenuto con pietre frantumate, allettate e costipate nella calce magra. Tale durissimo calcestruzzo era utilizzato particolarmente nella costruzione delle cisterne (Girolo, cisterna sotto via Macedonia, cisterna di fronte S. Urbano).

Paramento

Per costruire un muro, il calcestruzzo era in genere colato tra due paramenti, cioè due pareti di mattoni o di pietra che formavano la superficie esterna (spesso intonacata). A seconda del paramento si distinguono diverse tecniche edilizie:

Opus incertum

Opus incertum

Il paramento più antico è l'opus incertum, nel quale le pareti sono costruite con piccole pietre di misura diseguale poste con le faccie combacianti tra loro. In Caffarella l'opus incertum non è presente; tuttavia si può vederne un'imitazione nei muri di sostegno della villa di Erode Attico.

Opus reticulatum (opera reticolata)

Opus reticulatum

L'opus reticulatum è un tessuto perfettamente regolare di blocchetti di tufo a forma di cuneo a base quadrata, che creano una trama a forma di rete.

L'impiego di questo tipo di paramento inizia nel I sec. a.C. e continua da solo fino all'età Giulio-Claudia, quando prevale l'uso del mattone; da allora fino al II sec. d.C. viene adoperato nell'opera mista.

Muri in opera reticolata sono visibili sia nel Parco delle Tombe Latine sia nel convento dei Padri Marianisti.

Opus mixtum (opera mista)

Opus mixtum

Già alla fine della Repubblica era iniziato l'uso di rinforzare l'opera reticolata con fasce orizzontali di mattoni o di tegole fratte. In età imperiale questo uso si perfeziona con l'aggiunta di ammorsature laterali; le specchiature di opera reticolata sono così inquadrate da cornici di mattoni. Questa tecnica è diffusa particolarmente tra l'età flavia e l'età di Antonino Pio, e la possiamo trovare nella fontana di via Cesare Baronio, nel ninfeo di Egeria e nel convento dei Padri Marianisti.

Opus testaceum (laterizio)

Laterizio

Questo genere di muratura è caratterizzato dall'uso di mattoni d'argilla cotti al sole e legati con malta. I primi paramenti di tegole fratte (in sostituzione dei paramenti in opera reticolata) apparvero già alla fine della Repubblica, ma la massima diffusione dell'architettura e della decorazione in laterizio si ebbe dall'inizio dell'età imperiale fino a tutto il III sec. d.C.; costruzioni in laterizio sono infatti sparse ovunque.

Costruzione del muro
Come era costruito un muro dall'ipogeo di Trebio Giusto (Archeo)

Tipica della seconda metà del II sec. d.C., cioè dell'età degli Antonini, è la tecnica del laterizio policromo (cioè colorato di giallo e di rosso), indice del massimo virtuosismo raggiunto nell'uso del mattone. I più importanti monumenti in laterizio policromo sono il tempio del dio Redicolo, il sepolcro Barberini e il sepolcro Baccelli (oltre alla cinquecentesca edicola del cardinale Reginald Pole).

I bolli laterizi stampati sui mattoni sono una risorsa importantissima per datare un edificio.

Bollo laterizio

Opus vittatum (opera listata)

Opus listatum

L'opera listata, in uso saltuariamente (e per di più associata quasi sempre al laterizio) sin dall'età di Adriano, diventa all'inizio del IV sec. d.C. la tecnica tipica di costruzione; il paramento è costituito da fasce di mattoni alternate con parallelepipedi di tufo, disposti in fasce orizzontali. Si può vedere: al circo di Massenzio, nelle Mura Aureliane, negli scavi di via Latina, al Parco archeologico della via Latina.

Materiali

Tufo di Grotta Oscura

Tufo semilitoide, poroso, di colore giallastro, utilizzato tra il IV ed il I sec. a.C. (le Mura Repubblicane furono costruite con questo materiale); in Caffarella lo troviamo utilizzato nei muri di sostegno dell'antica via Latina all'angolo con via di Vigna Fabbri.

Peperino

Tufo litoide assai duro di color verdastro e grigio cenere, viene impiegato a Roma sin dal IV-III sec. a.C.. E' stato adoperato per rivestire un sepolcro a pilastro a piazza Galeria e uno negli scavi di via Latina, e come decorazione all'interno di S. Urbano.

Travertino

Pietra calcarea sedimentaria proveniente dalle cave presso Tivoli (da cui il nome di Lapis Tiburtinus), utilizzata a partire dal II sec. a.C.. In Caffarella è stato impiegato prevalentemente come rivestimento delle tombe a mausoleo, ma è anche possibile trovarlo sia come zoccolo sia come architrave di finestre, in alcune soglie di edifici, nella facciata di porta Latina e nella base di porta S. Sebastiano; infine si trovano frammenti di travertino sparsi per tutta la Caffarella.

Marmo pentelico

Marmo bianco a grana fine, proveniva da cave situate sul Monte Pentelico (a 15 km da Atene), che nel II sec. d.C. furono di proprietà di Erode Attico. Col marmo pentelico sono state realizzate: due delle iscrizioni triopee, il fregio e l'iscrizione del mausoleo di Cecilia Metella, le colonne e l'architrave di S. Urbano.

Marmo di Luni

Marmo bianco a grana fine, è il tipico marmo bianco di Carrara; è utilizzato a partire dal I sec. a.C. e in Caffarella se ne trovano frammenti un po' ovunque.

Cipollino

Marmo di colore che va dal bianco-verde al verde scuro, a fasce striate parallele, proveniente dalla Grecia (all'estremità sud-orientale dell'Eubea). Una colonna di cipollino è nella facciata del sepolcro dei Valeri nel Parco archeologico della via Latina.

Serpentino

Porfido verde di diverse gradazioni, con cristalli verde-chiaro a forma di poligono irregolare. Proviene dalla Grecia, da cave vicino Sparta. Era in serpentino il pavimento del ninfeo di Egeria.

Un altro genere è il porfido serpentino nero, dalla base grigia molto scura e talvolta tendente al verde, con numerosi cristalli biancastri dalla forma rettangolare allungata. Proviene dal deserto occidentale egiziano. Lastrine di questo porfido dovevano comporre qualche pavimento del palazzo di Erode Attico.

Serpentino

Verde antico

Marmo brecciato a fondo verde, con inclusioni grigio scure, bianche, nere e verde scure. Proviene dalla Tessaglia (una regione della Grecia). Di marmo verde antico erano rivestite le pareti del ninfeo di Egeria (ne resta qualche traccia).

Elementi decorativi degli edifici: l'interno

Lunetta

Parte di parete delimitata da un arco, presente in tutti gli edifici coperti con la tecnica della volta a botte.

Medaglione

Dipinto o rilievo di forma rotonda o ovale, contenuto in una ricca cornice e usato come decorazione di interni.

Affresco

Tecnica di pittura caratterizzata dal dipingere su un intonaco ancora fresco; i colori, filtrando nell'intonaco, si induriscono divenendo così molto resistenti.

Nicchia

Incavo, in genere semicircolare, ricavato nel muro per collocarvi una statua o altri oggetti.

Elementi decorativi degli edifici: l'esterno

Abside

Spazio semicircolare o a pianta poligonale che si apre su un ambiente interno e quasi sempre sporge rispetto al perimetro esterno dell'edificio; l'abside, che nelle chiese costituisce spesso la parte terminale dietro l'altare, è in genere ricoperto da una cupola.

Zoccolo

Parte inferiore di un edificio o di una finestra, spesso in travertino o in qualche altro materiale molto resistente.

Fascia a meandro

Decorazione costituita da un disegno di linee rettilinee che si intrecciano piegando ad angolo retto; prende il nome dal fiume Meandro (in Turchia), celebre per la sua tortuosità.

Colonna

La colonna è l'elemento di sostegno degli ordini architettonici greco-romani, ed è costituita da capitello, base e fusto; ha generalmente simmetria cilindrica, a volte accompagnata dalla rastremazione (prograssiva diminuzione verso l'alto del diametro) o dall'entasis (il rigonfiamento centrale), ma può avere anche l'aspetto di un pilastro (a pianta quadrangolare o poligonale), semicolonna (applicata a parete, a pianta semicircolare) o lesena/parasta (sporge dalla parete ma a pianta rettangolare, più o meno sporgente). In alcuni casi l'elemento di sostegno può anche avere una pianta complessa, come i pilastri con semicolonne addossate, o magari i due quarti di colonna uniti a formare una pianta "a cuore" che si trovano agli angoli dei peristili; i fusti possono poi essere lisci, scanalati (corinzi o dorici a seconda se le scanalature sono separate da un listello o da uno spigolo), tortili, scanalati a spirale, decorati, ecc.

Capitello

Elemento architettonico posto in cima alla colonna, ha la funzione di passare dalla pianta circolare del fusto di colonna alla pianta rettilinea dell'architrave o dell'arco: è dai diversi tipi di capitello, elaborati nell'arte greca e poi passati all'arte romana, che si distinguono principalmente gli ordini architettonici. In Caffarella si incontrano solo il capitello dorico (senza alcuna decorazione) e il capitello corinzio (caratterizzato dalla doppia corona di foglie di acanto sormontate da ampie volute).

Cariatide

Colonna di sostegno a forma di statua femminile.

Timpano

Spazio triangolare sulla facciata di templi e altri edifici, delimitato dalla trabeazione poggiante sopra le colonne e dagli spioventi del tetto, accompagnati dal ripetersi della cornice della trabeazione.

Elementi decorativi degli edifici: la trabeazione

Architrave

Elemento architettonico orizzontale che congiunge superiormente due colonne (o due pilastri); assume forme diverse nei diversi ordini architettonici, sebbene in età romana ci siano casi di mescolanza di ordini diversi: un bel esempio di una trabeazione mista, dorica e "corinzia", è quella del mausoleo di Casal Rotondo.

Piattabanda

Insieme di mattoni messi di taglio con andamento obliquo, in modo da scaricare il peso della muratura sugli stipiti della porta o della finestra sottostante.

Kyma

Elemento decorativo ondulato e in rilievo.

Listello

Elemento decorativo piatto e sottile, come se fosse un piccolo scalino, usato in genere come separazione tra elementi decorativi in rilievo.

Fregio

Uno dei tre elementi di cui si compone la trabeazione (dall'alto cornice, fregio e architrave); il fregio dorico (che troviamo nella forma più semplice nel tempio del dio Redicolo) è formato da una serie di rettangoli o di quadrati con scolpite delle figure o, più semplicemente, di colori diversi.

Dentello

E' un elemento decorativo canonico di origine greca, forse derivato dall'originaria sporgenza di travicelli della struttura del tetto; piuttosto tardi si perde l'idea della sua funzione e diventa solo una decorazione come tutte le altre (nel tempio del dio Redicolo è costituito da un mattone sporgente allineato con altri mattoni sporgenti).

Ovolo

Elemento decorativo anche conosciuto come "kyma ionico", formato da ovuli, contenuti in gusci, circondati da da lancette o freccette o foglie stilizzate.

Astragalo

Elemento decorativo composto da "perline" (elementi ovali o cilindrici, più o meno allungati) allineate, alternate a coppie di "fusarole" lenticolari o sferiche o di varia forma; il nome deriva da quello degli ossicini tondi del piede.

Cornice

E' l'elemento con cui termina superiormente la trabeazione, caratterizzato da una forte sporgenza della sua parte superiore rispetto a quella inferiore, per mezzo di una più o meno ampia superficie orizzontale (soffitto). Questo soffitto può essere sorretto da mensole, come nel caso della cornice del tempio del Dio Redicolo.

Mensola

Elemento architettonico sporgente dal muro, che serve a sostenere travi e cornici.


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copyright COMITATO PER IL PARCO DELLA CAFFARELLA, 23 febbraio 2003