Scheda: l'approvigionamento idrico dei Romani


Tenendo conto che, con l'acqua dei due acquedotti Claudio e Anio Novus, Roma era servita da 11 metri cubi d'acqua al secondo con una popolazione di un milione di abitanti, i Romani disponevano allora di più acqua pro-capite di quanta ne disponiamo noi oggi, che con tutto l'acquedotto del Peschiera riceviamo 21 metri cubi d'acqua al secondo da dividere fra tre milioni di persone.

I Romani erano orgogliosissimi dei loro acquedotti, ritenuti, assieme alle fogne e alle strade, indispensabili alla vita civile; tant'è che Plinio il Vecchio (23-79 d.C.), parlando dell'Egitto, ricordava la "inutile e stolta ostentazione delle piramidi", mentre i tre principi per l'ingegneria civile enumerati da Vitruvio erano firmitas, utilitas, venustas, cioè solidità, utilità e estetica. Gli stessi storici greci dell'età imperiale, come Strabone, riconoscevano nelle grandi opere pubbliche un aspetto caratteristico della civiltà romana che la loro civiltà ellenistica aveva trascurato.

Quando Roma conquistava un territorio o fondava una colonia, immediatamente provvedeva alla costruzione di fogne, strade e acquedotti, il che costituiva tra l'altro un'ottima propaganda della civiltà romana.

La costruzione di un acquedotto richiedeva una eccezionale competenza di ingegneria idraulica, essendo indispensabile evitare la costruzione di sifoni, la cui realizzazione comportava grossi problemi tecnici: i Romani infatti non lavoravano l'acciaio con facilità, il bronzo costava troppo, il piombo non era adatto a lunghe tubature di grande diametro e veniva usato solo per le tubature urbane.

Il tufo e il laterizio erano invece materiali molto più pratici ed economici, e ciò favorì l'introduzione della tecnica delle grandi arcate.

Il canale doveva avere una pendenza leggera ma continua, dal momento che un flusso veloce avrebbe provocato l'usura delle pareti, mentre un flusso lento avrebbe provocato il ristagno dell'acqua. Uno degli acquedotti più perfezionati fu l'acquedotto Vergine, che in 21 km di percorso copriva un dislivello di appena 3,5 metri.


Per tornare alla visita guidata:

Per commenti e osservazioni potete contattarci via e-mail c/o:
caffarella@romacivica.net

Per tornare alla home page:
Notizie su IX Circ.ne, Caffarella, Appia Antica e Tang. Est


copyright COMITATO PER IL PARCO DELLA CAFFARELLA, 13 maggio 1999