Scheda: l'architettura funeraria romana


Il mausoleo

Le tombe a mausoleo appaiono a Roma a partire dal II sec. a.C.; si tratta di un particolare tipo di sepolcro in cui l'altezza e le grandi dimensioni servivano ad attirare l'attenzione dei passanti sulla persona defunta.

Questo genere di tomba testimonia la profonda influenza che la cultura ellenistica ebbe sull'Italia della fine del periodo repubblicano. La moda, lanciata dall'aristocrazia urbana, si estenderà rapidamente a tutte le classi sociali in ascesa, per poi esaurirsi nel IV sec. d.C..

Il mausoleo poteva essere del tipo più grande, a tamburo cilindrico e camera interna (come il mausoleo di Cecilia Metella), a dado se costituito da un nucleo quadrangolare in calcestruzzo, a pilastro se costituito da una struttura molto più alta che larga (questi due li troviamo nel Parco archeologico della via Latina), oppure a tumulo come il Monte del Grano in via Tuscolana o i tumuli degli Orazi sulla via Appia Antica.

I mausolei, a camera sotterranea oppure col sarcofago sulla cima, erano sempre rivestiti con blocchi in opera quadrata di materiale nobile, quasi sempre scomparsi perché già nel Medioevo venivano staccati per essere riutilizzati.

Si può vedere che la massa di calcestruzzo è composta da strati di 60-90 cm; infatti l'architetto antico collocava per prima cosa il rivestimento lungo il perimetro della tomba, poi colava il calcestruzzo liquido all'interno; una volta solidificato collocava il secondo strato e così via fino alla cima.


Il possibile aspetto di un sepolcro a pilastro

Questa tecnica era però molto costosa, essendo necessario l'uso di marmo (ma anche travertino o tufo) proveniente da cave assai lontane. Anche per questo si impose progressivamente la tecnica dei sepolcri laterizi. Vale la pena di ricordare che il mattone cotto non è sempre esistito, ma è stato "inventato" all'inizio dell'Impero Romano; il primo edificio interamente in mattoni è infatti il Castro Pretorio, costruito al tempo dell'imperatore Tiberio.

Il sepolcro laterizio a tempietto

Oltre che per il costo inferiore, se paragonato con quello di un mausoleo in opera quadrata, un motivo della diffusione delle tombe laterizie a tempietto può essere anche il più ampio spazio interno, che poteva accogliere l'arcosolio e il sarcofago, e quindi era adatto ad una tomba famigliare, oppure, dietro acquisto del posto, ad un uso "condominiale"!

Sta di fatto che l'aspetto di queste tombe tende a essere meno monumentale se paragonato con quello dei grandi mausolei.


L'aspetto di un sepolcro a tempietto

L'applicazione di sottili rivestimenti laterizi, nei quali sempre più si accentua la policromia, aveva trovato in Roma larghissimo favore per tutto il secolo II e fino agli inizi del secolo seguente, nell'architettura sepolcrale, in monumenti di vario tipo, ma sempre di pianta rettangolare e con comuni caratteristiche decorative. Resta una vasta documentazione di architetture sepolcrali nella necropoli dell'Isola Sacra, lungo la via che conduceva da Ostia al porto e nel sepolcreto scavato sotto la basilica di San Pietro in Vaticano.

La cortina a vista, che in età adrianea si mantenne di colore rosso, chiaro e scuro, talvolta rafforzato da una spalmatura di colore, a partire dall'età antoniniana, associa il laterizio giallo a quello rosso nelle diverse parti dell'architettura, come nel caso del tempio del dio Redicolo dove le lisce pareti di laterizio giallo sono esaltate dalle decorazioni in cotto rosso.


Particolare della parete Sud del tempio del dio Redicolo

All'impressione relativamente monotona all'esterno si contrappone il lusso e la fantasia della decorazione interna, con grandi lastre di marmo alle pareti e nella volta stucchi e pitture che traevano spunto dai modelli più diversi.


Le decorazioni della volta del sepolcro dei Pancratii

La dimensione famigliare era privilegiata anche dalla collocazione, intorno alla tomba, del recinto sacro, nel quale sono talvolta collocate altre nicchie, chiuso da un muro di cinta che impediva a chi stava fuori di disturbare. L'ingresso principale, che solo raramente è sul lato stradale, è talvolta preceduto da un podio.

Il sepolcro a tempietto è un edificio funerario a due o tre piani. Il piano centrale era utilizzato per i riti funebri, nei quali i parenti banchettavano ricordando il defunto e pensando che questi partecipasse in spirito e che fosse contento della festicciola familiare. Questa usanza continuò per un po' anche nel cristianesimo; infatti nelle catacombe non rovinate dalla troppa frequentazione (ad esempio nelle catacombe di Priscilla) è facile trovare, nel corridoio, un tubicino di terracotta o di vetro (cannula) che mette in comunicazione l'interno del loculo con l'esterno; così, per esempio, il figlio che andava a trovare la tomba del padre versava una goccia di profumo all'interno del tubicino, oppure, quando si brindava in onore del defunto, si versava un po' di vino pensando che egli ne gustasse e brindasse con i parenti. E' una credenza che sopravvive ancora oggi quando noi portiamo i fiori ai nostri morti.

Il piano inferiore è la camera funeraria, cioè il luogo in cui sono conservati i resti dei defunti; quasi sempre seminterrato o addirittura ipogeo (cioè sotterraneo), esso può ricevere luce sia da finestre a feritoia sia da un cortile seminterrato a cielo aperto, in cui si discende per mezzo di scalette.


Il piano inferiore del sepolcro dei Pancrazi

All'interno possono esservi sarcofagi, nicchie per le olle o entrambi.

Nei sepolcri a tre piani, il piano superiore ha generalmente uno scopo decorativo, con il lato sulla strada occupato da una grande finestra ad arco in cui era collocata la statua del defunto, che, affacciata sulla strada, ricordava il morto ai passanti.

Il colombario


Il colombario sulla via Appia Antica dopo via dei Lugari

I liberti delle grandi famiglie, le corporazioni, o alcuni gruppi molto numerosi (collegia) introdussero un nuovo tipo di sepoltura: il grande colombario. Chi partecipava pagava anticipatamente la sua quota al collegio, e così comprava il loculo per sé o per qualche parente; in alcuni colombari sono state trovate perfino iscrizioni del tipo "io sono vuoto, appartengo a...", messe lì per chiunque avesse voluto riacquistare il loculo.

Questo tipo di tomba è generalmente posto sotto terra (con l'eccezione del colombario dei Liberti di Augusto), e non contribuiva all'aspetto monumentale della via.


Il colombario nel convento dei Padri Marianisti

Le pareti sono occupate dalle nicchie, allineate ed ordinate su tante file, che danno alla tomba l'aspetto di una colombaia; all'interno delle nicchie vi sono le olle cinerarie, cioè dei piccoli vasi di terracotta nel cui interno sono conservate le ceneri dei defunti cremati. La soluzione ovviamente non consentiva di mettere in risalto la propria urna se non con piccoli particolari nel limitato spazio del loculo; un vantaggio era però l'economicità e la prospettiva di una lunga durata dell'edificio dopo la propria morte.

La tecnica costruttiva poteva essere, nei più antichi, l'opus reticulatum, poi la muratura in laterizio ed infine l'opera listata negli ultimi.

Il sepolcro per inumati

Se nel regno di Augusto, per ragioni di spazio, si preferiva cremare (benché costasse un occhio), dal II sec. d.C. si ricominciò a inumare. L'affermarsi del nuovo rito dell'inumazione dovette causare ancora seri problemi di spazio, ai quali si rispose inizialmente con i sepolcri per inumati (poi sostituiti dalle catacombe), come nel caso del sepolcro Baccelli.


Il sepolcro Baccelli

Questo è infatti un genere intensivo di sepoltura: sul pavimento si alzavano due muretti paralleli, tra i quali si deponeva il defunto, che poi veniva coperto con tegole; al di sopra si poteva deporre un altro defunto e così via, fino ad ottenere vari strati di defunti uno sopra l'altro, come su una rastrelliera.


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copyright COMITATO PER IL PARCO DELLA CAFFARELLA, 13 gennaio 2001