Scheda: il rito della "evocatio"


Gli antichi, non avendo dogane, definivano i confini dello Stato collocando intorno dei santuari con divinità ritenute ben più potenti, e affidavano a loro il controllo di chi attraversava il confine. In questo modo valicare un confine in armi era un atto irreparabile rispetto alle leggi dello Stato e soprattutto della religione, cosa questa che richiedeva delle speciali cerimonie per ottenere la benevolenza della divinità che proteggeva la città il cui confine si stava per violare.

Il cosiddetto rito della "evocatio" era pronunciato dal dittatore o generale romano, e da nessun altro, prima di affrontare un nemico; la formula aveva lo scopo di evocare le divinità protettrici della città nemica, all'inizio dell'assedio.

Macrobio trascrive una antica formula usata per la distruzione di Cartagine:

«SI DEUS SI DEA EST CUI POPULUS CIVITASQUE CARTHAGINIENSIS EST IN TUTELA, TEQUE MAXIME, ILLE QUI URBIS HUIUS POPULIQUE TUTELAM RECEPISTI, PRECOR VENERORQUE VENIAMQUE A VOBIS PETO UT VOS POPULUM CIVITATEMQUE CARTHAGINIENSEM DESERATIS, LOCA TEMPLA SACRA URBEMQUE EORUM RELINQUATIS ABSQUE HIS ABEATIS, EIQUE POPULO CIVITATI METUM FORMIDINEM OBLIVIONEM INICIATIS, PRODITIQUE ROMAM AD ME MEOSQUE VENIATIS, NOSTRAQUE VOBIS LOCA TEMPLA SACRA URBS ACCEPTIOR PROBATIORQUE SIT, MIHIQUE POPULOQUE ROMANO MILITIBUSQUE MEIS PRAEPOSITI SITIS UT SCIAMUS INTELLIGAMUSQUE. SI ITA FECERITIS, VOVEO VOBIS TEMPLA LUDOSQUE FACTURUM.» (Macrobius, Saturnalia, liber III, cap. IX.6)

Che sia un dio o una dea, sotto la cui protezione sono posti il popolo e la città di Cartagine; e soprattutto tu, che hai intrapreso la difesa di questa città; io vi prego e imploro e supplico a voi chiedo che voi abbandoniate il popolo e la città di Cartagine, e lasciate i loro luoghi, templi, cose sacre e la città, e vi allontaniate da essi, e che ne ispiriate il popolo e la città con paura, terrore e perdita del ricordo, e che uscendo veniate a Roma, a me e ai miei, e che i nostri luoghi, templi, cose sacre e città siano per voi più accettabili e graditi, e che vi disponiate per me e per il popolo romano e per i miei soldati, e che noi possiamo saperlo e capirlo. Se così avrete fatto, io faccio voto che vi consacrerò templi e solennità.


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copyright COMITATO PER IL PARCO DELLA CAFFARELLA, 23 aprile 2003