Scheda: la via Latina


L'origine della via Latina

La via Latina è molto antica, risalendo addirittura alla preistoria; il tracciato originario partiva grosso modo dall'isola Tiberina (unico guado nel basso corso del Tevere), oltrepassava i Colli Albani e riscendeva lungo le valli del Sacco e del Liri. Questa via naturale tra la valle del Tevere e la Campania era già in uso durante l'età eneolitica (circa 2500-1700 a.C.).


Il percorso della via Latina

Le fonti archeologiche ci confermano che tale percorso fu frequentato anche nell'età del ferro, quando la civiltà campana influenzò, insieme al Lazio, anche la Sabina e l'Umbria; poi a partire dall' VIII sec. a.C., quando gli Etruschi andavano verso Sud a colonizzare la Campania.

Nel V sec. a.C. la potenza etrusca era però in declino, e così le popolazioni sannitiche si impadronirono della zona impedendone il transito; ma un secolo più tardi i Romani, che percorrevano quel tracciato sin dai primissimi tempi per commerciare con i popoli che abitavano a Sud, riuscirono a sottomettere Volsci, Ernici ed Equi, a garantirsi l'alleanza con Capua (340 a.C.) e a sciogliere la Lega Latina (338 a.C.), divenendo in tal modo i padroni incontrastati del Lazio meridionale. La regione così conquistata venne chiamata "Latium Novum" o "Adiectum", a differenza del "Latium Vetus", che era la regione che si estendeva dalla valle del Tevere fino a Segni.

Subito dopo Roma diresse le proprie mire espansionistiche ancora più a Sud, affrontando le guerre sannitiche per la conquista della Campania e della Lucania; per questo motivo tra il 328 ed il 312 a.C. l'antica strada fu potenziata; la tecnica del basolato non era però ancora diffusa, per cui la strada venne realizzata in ghiaia e terra battuta.

A questa via, nel 312 a.C., se ne aggiunse una nuova, che attraversava la pianura pontina; la strada nuova prese il nome di via Appia dal costruttore Appio Claudio poi detto Cieco, mentre la vecchia (che esisteva prima della fondazione di Roma) fu chiamata semplicemente via Latina perché attraversava il territorio abitato dai popoli latini.

Il percorso della via Latina fino a Capua

Uscendo dalla città la via Latina attraversava la campagna romana verso Sud-Est, raggiungeva i Colli Albani, e, valicato il passo dell'Algido (560 m s.l.m.), imboccava la valle del Sacco, cioè quella valle tra i monti Lepini ed Ernici dove oggi passano sia l'autostrada del Sole sia la ferrovia Roma-Napoli via Cassino.

La via oltrepassava quindi il Liri a Ceprano, e raggiungeva il Volturno a Casilinum (l'attuale Capua); qui la via Latina e la via Appia si riunivano, formando uno snodo importantissimo per tutte le comunicazioni con l'Italia meridionale; subito dopo, la via Latina arrivava finalmente all'antica Capua (oggi S. Maria Capua Vetere).

Il tracciato della via subì, durante tutto il III sec. a.C., uno straordinario lavoro di rettificazione, lavoro reso ancor più complesso dalle notevoli asperità del terreno; basti pensare che il tratto da piazza Galeria fino a Grottaferrata è un unico rettifilo di ben 15 km, comprendente persino un viadotto alto 7 metri dove la strada incontrava il fosso dei Cessati Spiriti.

Gli ingegneri romani anticiparono di fatto il criterio delle moderne autostrade: arrivare il più rapidamente possibile alla meta finale (Capua), tralasciando le città che erano lungo il percorso.

Anagni, Frosinone, Cassino ecc. erano collegate alla via Latina attraverso diramazioni, così come avviene oggi con l'autostrada del Sole.

Il percorso complessivo della via Latina, da Roma a Capua, era lungo in origine 147 miglia (15 in più rispetto alla via Appia costruita da Appio Claudio), ma fu progresivamente rettificata fino a misurare 129 miglia (circa 191 km), addirittura tre miglia in meno rispetto alla via Appia; il cammino poteva essere effettuato da un viaggiatore comune, a piedi, in cinque giorni.


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