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Delocalizzazione degli “sfasci” di via dell’Almone

I cittadini stufi di avere pazienza. Intervista al prof. Roberto Federici del Comitato amici del Parco della Caffarella e vicecoordinatore della Comunità Territoriale del VII municipio

A cura di Aldo Pirone – 4 giugno 2015

Roma ha tanti problemi incancrenitisi nel corso degli anni per non dire dei decenni.  Fra  questi c’è quello, di non secondaria importanza, degli autodemolitori che occupano aree di pregio all’interno del tessuto urbano. Una  volta questi siti occupati erano aperta campagna, ma piano piano con l’espansione speculativa della città operata in tutte le direzioni il cemento li ha inghiottiti circondandoli, nella prima periferia, di alti  palazzoni. Si parla molto del degrado delle periferie, ebbene non c’è niente di più degradante della vista di un autodemolitore.  Sono luoghi a cielo aperto dove si accatastano una sopra all’altra le carcasse delle auto in disuso.  E dove nel terreno vengono riversati grassi, oli, benzine, metalli pesanti, residui industriali di ogni tipo che inevitabilmente nel corso dei decenni hanno profondamente inquinato il terreno sottostante mettendone a repentaglio le falde acquifere.  L’attività degli autodemolitori è certamente necessaria e benemerita al fine del recupero di materiali inerti.  Le loro aziende sono  vere e proprie imprese industriali che andrebbero  sistemate dentro appositi capannoni  e in  apposite aree con tutti i controlli ambientali ed ecologici del caso.  Ma invece continuano ad occupare luoghi ormai non più sostenibili, anche e soprattutto in vista del prossimo Giubileo.

AutodemolitoriViaAlmoneTra questi  le aree archeologiche e paesaggistiche di pregio. Finora il Comune non è stato capace di risolvere questo  problema. Il trasferimento  degli “sfasci” in un vero e proprio distretto artigianale-industriale è sempre stato annunciato e sempre prorogato.  Anche quest’anno si prospetta l’ennesima proroga, la quindicesima, quando il 30 giugno scadrà quella attualmente in vigore.  Vi sono dei siti in particolare dove la presenza degli autodemolitori non è più prorogabile né accettabile. Alcuni  di questi  stanno in via dell’Almone, dentro il Parco archeologico dell’Appia Antica, a ridosso della fonte dell’Acqua Egeria.  Abbiamo chiesto a Roberto Federici del “Comitato per il Parco della Caffarella” e vicecoordinatore della Comunità Territoriale del VII Municipio di darci qualche lume in proposito.

Professor Federici, perché siete tanto allarmati per la presenza degli autodemolitori in via dell’Almone?

Gli autodemolitori di Via dell’Almone si trovano tra la Via Appia Nuova e Via dell’Almone e occupano un’area di poco più di 3 ettari del versante destro  della valle.  Si tratta di una zona posta all’interno del Parco Regionale dell’Appia Antica, istituito con Legge Regionale n. 66 del 1988, in cui sono state censite dalla Soprintendenza Archeologica di Roma sia una villa romana che un’antica strada. Il Consorzio Almone 98 raccoglie al suo interno i tre “sfasci” di Via dell’Almone, due per le auto e uno per i camion. La stessa immagine dall’alto mostra in maniera eloquente come nel lato prossimo alla Via Appia Nuova il colore grigio scuro indica l’area maggiormente inquinata, dove è probabile che avvenga la demolizione delle auto. Con la pioggia gli agenti inquinanti, rilasciati nella demolizione, penetrano nel terreno e da qui nella falda acquifera. La falda è acqua che impregna le rocce saturandone i pori e si muove lentamente verso il mare, alimentando fiumi e sorgenti.  Come tutti i fiumi anche l’Almone è in rapporto con la falda con la quale scambia materia ed energia; una falda inquinata inquina il fiume e viceversa. Aggiungo che questi “sfasciacarrozze” si trovano  a  poche decine di metri dalla sorgente dell’Egeria e che, traversata la strada, si entra in Caffarella dove ci sono ben 17 sorgenti di acque oligominerali, tutte purtroppo inquinate. Nel 2009 un vasto e pericoloso incendio, durato 4 giorni, divampò nello sfascio. Con un grave inquinamento atmosferico che rese irrespirabile l’aria. Credo sia evidente, a questo punto, che l’inquinamento del suolo e della falda, il rischio di incendi, derivanti dalla presenza degli autodemolitori in un’area tutelata da Leggi Regionali in presenza di rilevanti resti archeologici, siano tutti elementi che impongano il tempestivo spostamento di questi “sfasci”.

Che cosa dicono a proposito della delocalizzazione gli autodemolitori di via dell’Almone diretti interessati?

Nella riunione di Commissione  Consiliare Ambiente del 9 aprile 2014 il Consorzio Almone 98 ci ha spiegato che loro sono favorevolissimi allo spostamento. Già in passato il Comune di Roma gli aveva proposta un’area dove spostarsi a Valleranello il Consorzio ha speso soldi per la progettazione del nuovo sito,  poi, quando gli autodemolitori stavano per traslocare, si sono trovati di fronte all’opposizione del proprietario. Insomma la delocalizzazione proposta dal Comune era stata fatta in un’area privata. Ciò è segno evidente dello scarso impegno delle Amministrazioni precedenti nell’affrontare e risolvere questa problematica come ci impone la Comunità Europea. Comprendiamo bene che non  possiamo far carico al Sindaco Marino di colpe del passato che coinvolgano gestioni precedenti. Per i palazzinari i terreni si sono trovati,  per gli autodemolitori  no.  E’ arrivato il momento di agire: siamo stufi di avere  pazienza.

Perché, secondo voi, dall’assessore comunale all’ambiente Estella Marino  “non si registrano segnali positivi” per delocalizzare queste strutture?

Il 30 giugno è scaduta la proroga concessa lo scorso anno dall’amministrazione  di Ignazio Marino per tutti gli autodemolitori a restare “in loco”.  Se era più che comprensibile che, appena insediata, la Giunta Marino, di fronte ad un problema di così vaste dimensioni, non poteva far altro che concedere una proroga, a distanza di un anno questo non è più ammissibile. Sappiamo che ci sono stati incontri fra l’Assessorato all’Ambiente, responsabile del procedimento, l’Assessorato Comunale all’Urbanistica e l’Avvocatura Comunale. Ci è stato detto che in passato la delocalizzazione avrebbe riguardato in primo luogo proprio gli autodemolitori che si trovano in aree protette, ma oggi, a Via dell’Almone,  gli autodemolitori sono ancora lì:  fatti concreti non ne vediamo, né ci sono stati detti dall’ing. Roberto Marcelli dell’Assessorato all’Ambiente a cui ci siamo rivolti. E i fatti sono quelli che contano quando si amministra un territorio.

Per quale motivo questi autodemolitori dovrebbero essere delocalizzati per primi?

Come dicevo in precedenza questi “sfasciacarrozze” si trovano in pieno Parco Regionale dell’Appia Antica; qui sono presenti preesistenze archeologiche che hanno già fatto esprimere il parere negativo allo loro permanenza da parte della Soprintendenza. A questo si è aggiunto il parere negativo dell’Ente Parco Appia Antica. Inoltre abbiamo il Piano Territoriale Paesistico dell’Appia Antica e della Caffarella, approvato dalla Regione Lazio, che prevede  la delocalizzazione di questi impianti. Anche una specifica Direttiva Comunitaria prevede la delocalizzazione degli impianti fuori dal centro abitato e la messa a norma delle autodemolizioni che non potranno più avvenire all’aperto inquinando il suolo e la falda. E’ infine lo stesso Comune di Roma Capitale che il 19 novembre 2012 aveva già deliberato la delocalizzazione di questi autodemolitori senza però dar seguito alla delibera. A questo punto non so proprio cos’altro si aspetti?

Che cosa avete deciso di fare per sollecitare l’Assessore a muoversi?

Il problema è così serio e vasto che non può essere affrontato solamente dalla nostra associazione di volontariato, abbiamo così proposto alla Comunità Territoriale del VII Municipio di farsi carico collettivamente della situazione degli autodemolitori di Via dell’Almone. Mi consenta di esprimere il mio più sentito ringraziamento al Direttivo della Comunità che ha accolto questa nostra richiesta di aiuto e si è tempestivamente attivato. E’ stato subito emanato un comunicato stampa ed avviata la raccolta firme per una petizione on line rivolta al Sindaco, all’Assessore Estella Marino e all’intera Giunta Comunale.  Ci auguriamo che in tanti firmino questa petizione che si può trovare cliccando su questo link

Ma certo non ci fermeremo qui.  Auspichiamo che il Presidente della Commissione Ambiente di Roma Capitale,  Athos De Luca, voglia aprire un nuovo confronto con tutti i soggetti interessati: Comune di Roma, Consorzio Almone 98, Soprintendenza Archeologica, Ente Parco, Comunità Territoriale del VII Municipio.

Ci auguriamo che, proprio a partire dai giornali on line, l’informazione si estenda e coinvolga il più alto numero di persone possibili perché solo così i nostri amministratori comprenderanno la necessità e l’urgenza della risoluzione del problema autodemolitori.

 

“PARTECIPA ALLA CAUSA, SCARICA L’ALLEGATO O COPIA IL

FAC SIMILE ED INVIA UNA EMAIL DI SENSIBILIZZAZZIONE

ALLE COMPETENTI AUTORITA'”

 

Al Sindaco di Roma  Ignazio Marino

caposegreteria@comune.roma.it

All’Assessore Comunale all’Ambiente Estella Marino

estella.marino@comune.roma.it

 

Io sottoscritto………………………………………………………………………………………,

                                                                           cognome e nome

aderendo all’invito dell’associazione di volontariato Comitato per il Parco della Caffarella, chiedo che il 30 giugno prossimo non venga ulteriormente prorogata la permanenza di tutti gli autodemolitori in sede impropria. In particolare chiedo che vengano delocalizzati gli “sfasci” di Via dell’Almone che inquinano oltre 3 ettari di suolo ricadenti nel Parco Regionale dell’Appia Antica, a ridosso della Caffarella, con il grave rischio di inquinamento delle falde acquifere e delle sorgenti.

Da 15 anni infatti Il Comune di Roma continua a prorogare la presenza di questi “sfasciacarrozze” nonostante:

  • il Piano Territoriale Paesistico dell’Appia Antica e della Caffarella del 10.2.2010 preveda la loro delocalizzazione;

  • che l’Ente Parco Appia Antica abbia da tempo espresso il parere negativo sulla permanenza degli autodemolitori, così come la Soprintendenza Archeologica per la presenza nell’area di una villa Romana e di un antico percorso;

  • che la stessa Amministrazione di Roma Capitale il 19 novembre 2012 avesse già deliberato la delocalizzazione di questi autodemolitori.

    Ricordo infine che il Disegno di Legge 1345/2015, approvato di recente, punisce con la reclusione chi favorisce l’inquinamento.

    Auspicando che entro il 30 giugno p.v. la Giunta proceda allo spostamento in sede idonea degli autodemolitori di Via dell’Almone, Vi invio i miei saluti.