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Parco dell’Appia antica: una storia lunga duecento anni

Le vicende politico-amministrative raccontate dai cittadini che si sono impegnati negli ultimi decenni

Questo libro è dedicato:
all’archeologo Antonio cederna per la sua vita spesa nella realizzazione del Parco dell’appia antica;
al prof. Mauro cristaldi per la fraterna amicizia e l’aiuto fornito nella stesura dei testi La Valle della Caffarella, Spiccioli di natura e Il Sacro Almone da fiume a discarica;
ai nostri cari volontari lorenzo cuneo, Mario leigheb, Silvia irti e Guido Strani: con loro abbiamo percorso gli oltre trent’anni di storia del comitato, il loro ricordo continua a vivere nel nostro impegno di tutti i giorni sulla strada che ci hanno indicato.

Quante storie si possono raccontare sul parco dell’Appia? È difficile scegliere da quale cominciare, e allora vorrei partire da una sola parola: tenacia, intesa come persistenza nel mantenere, rispettare o cercare qualcosa di desiderato o a cui si dà valore. direi che questa definizione ben rappresenta il trascorso di quanto è stato fatto da tante persone nei due secoli di storia raccontata dai cittadini del comitato per il parco della caffarella.
Scoprii la caffarella nel 1982, con toni Mira, quando da neolaureati ci ritrovammo insie- me al tenace Maurilio cipparone ad organizzare il primo corso di formazione per i futuri guardiaparco della regione lazio. ormai sono trascorsi 20 anni da quando ho cominciato la mia attività al Parco dell’appia antica, dove sono arrivata quasi per caso senza imma- ginare che invece avrebbe dato un’impronta così forte alla mia vita professionale. Venivo da un’esperienza di avvio dei Parchi regionali del lazio e di direzione del Parco regio- nale Marturanum, nel viterbese.nel 1997 ho incontrato qui persone che, come me, iniziavano questa nuova esperienza di realizzazione di un parco; storie diverse, provenienze diverse, ma tutti con gli stessi ideali e la stessa passione. insieme abbiamo cominciato un’avventura fatta di gioie e dolori, di sudore e rabbia, impegnandoci anima e cuore nel nostro lavoro. insieme abbiamo fatto grandi passi in avanti per l’affermazione del Parco dell’appia antica, inconsapevoli, in quei momenti, di vivere esperienze irripetibili. e senza sapere dove saremmo arrivati… sì, perché il Parco dell’appia antica, ipotizzato in epoca napoleonica, ribadito da leggi del regio Senato ai primi del ’900, e perseguito da Antonio Cederna sin dagli anni ’50 del se- colo scorso, è divenuto realtà soltanto allo scadere del millennio: dunque un eredità e una responsabilità non indifferente per chi, come noi, si è trovato a gestire uno dei patrimoni più interessanti e, tutt’ora, meno valorizzati d’italia.

La prima esigenza cui dare risposta è stata quella di garantire pari dignità e tutela a tutti i beni ricompresi nel suo territorio fossero essi archeologici, paesaggistici o naturalistici. abbiamo iniziato dalla caffarella, in quanto le finalità del parco sono la conservazione e la valorizzazione del territorio in esso compreso, per permettere ai cittadini il godimento di straordinarie bellezze paesaggistiche e la conoscenza e lo studio dei suoi importantissi- mi valori.

La seconda questione che ci siamo trovati ad affrontare è stata quella del come identifica- re l’unitarietà del parco, così come era stato perimetrato dalla legge istitutiva. il problema principale per comunicare il Parco dell’appia sono le sua molteplici definizioni: parco della caffarella, parco degli acquedotti, parco di tor Fiscale e da ultimo il parco di tor Marancia. Un territorio esteso, attraversato da una strada antica, la Regina Viarum con i suoi monumenti, incastonato e assediato dalla città che gli è cresciuta intorno. e allora ec- co il nostro logo e motto “segui la volpe”, un animale che è diventato la nostra mascotte, che guida i visitatori a scoprire come è fatto il parco attraverso le molteplici attività di fruizione organizzate dalle associazioni territoriali, le quali collaborano in maniera coordi- nata con l’ente, e che da anni si impegnano per far vivere il parco. (scarica il libro in PDF)

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