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COLOMBARIO COSTANTINIANO

L’edificio, costruito di laterizi bicromi, fu erroneamente detto di Costantino anche se fu costruito nella seconda metà del II secolo d.C.

Il colombario è un sepolcro collettivo in cui venivano deposte all’interno delle nicchie, sulle pareti, le urne con le ceneri dei defunti. Ha la forma di un tempio in antis, cioè con due colonne davanti all’entrata principale. Oggi le colonne sono scomparse ma rimangono i due muri laterali sporgenti. Lo spazio tra le due colonne e la porta viene detto “protiro” (letteralmente “prima della porta”, praticamente un vestibolo) ed era coperto da una volta a botte, che era raggiungibile tramite una scalinata.

Il sepolcro, in origine a due piani, si è ben conservato tranne che nel tetto e nel pavimento del primo piano, che sono crollati.

Al centro della facciata, sotto l’arco di scarico (così detto perché “scarica” il peso del tetto sulle pareti laterali), si apre la porta principale, di cui sono rimasti gli stipiti; lo scasso sopra la porta è invece tutto ciò che rimane della piattabanda; essa era composta da mattoni bipedali (cioè lunghi due piedi, corrispondenti a circa 60 cm), i quali, essendo un ottimo materiale da costruzione, vennero asportati e riutilizzati nel Medioevo per qualche altro edificio.

Il piano superiore era destinato, come di consueto, alle cerimonie funebri; nella stanza vi sono tre nicchie ed un arcosolio nella parete di fondo ed una nicchia in ciascuna parete laterale. Uno squarcio nella parete sinistra indica la porta del piano inferiore, nel quale si deponevano i sarcofagi dei defunti; sopra lo squarcio si riconosce la traccia dell’incasso per la targa marmorea con il nome del defunto. Infine si notano le finestrelle che illuminavano l’interno.

L’esterno dell’edificio era, anticamente, dipinto di rosso, colore tipico dei vecchi casali dell’agro romano secondo una tradizione ininterrotta dal ‘500 all’ 800, ma che evidentemente risale addirittura all’età romana.

Durante il Medioevo questo edificio fu trasformato in mulino: il pavimento era già crollato, ed un canale d’acqua regolato da una chiusa entrava nella costruzione facendo girare una macina orizzontale. La falda è ancora oggi molto ricca di acqua, al punto che negli anni ’80, quando sono stati fatti gli scavi archeologici, essa ha impedito di raggiungere il livello antico del terreno; anche il recente restauro condotto dal Comune di Roma e finanziato dal Piano degli Interventi per il Giubileo del 2000 si è limitato a riempire il pavimento del colombario di ghiaia.

L’edificio nel ‘600 era forse una casa privata: una delle nicchie appare infatti sfondata e utilizzata come lavello.
Intorno alla tomba è stata scoperta nel 1999 una vasta area sepolcrale, con tombe e altri edifici.

 

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SCHEDA:

Il cosiddetto colombario costantiniano è un sepolcro a tempietto. Il monumento risale al II secolo d.C., ha pianta rettangolare (5,4 x 7,8 m) e si compone di due piani, con un pronao in antis in opera laterizia; quest’ultima è stata realizzata a due colori, ossia con mattoni gialli per le strutture e rossi per le decorazioni. Le pareti dell’edificio sono conservate fino all’attaccatura del tetto, che si ritiene fosse a doppio spiovente. La cella (4,96 x 4,30 m) aveva una volta a crociera con un arcosolio sul fondo tra le nicchie semicircolari, e su ogni parete laterale si trova una nicchia identica a quella di fondo con sopra una finestrella strombata; sono rimaste tracce delle lastrine in marmo che coprivano le nicchie.


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