Da Vedere: LE CISTERNE ROMANE
Le cisterne romane Gli antichi Romani, non potendo conservare gli alimenti deperibili come la frutta e gli ortaggi, erano costretti a coltivarli a ridosso della città eterna e la Caffarella si prestava ottimamente allo scopo essendo una valle a fondo piatto. L’abbondanza d’acqua della Caffarella, dovuta alla presenza del fiume Almone e di decine di sorgenti di acque oligominerali, non era però sufficiente a soddisfare il bisogno d’acqua connesso all’agricoltura ecco il motivo per cui vennero costruite in Caffarella alcune cisterne, altre invece servivano quale riserva d’acqua di alcune ville.Cinque sono le cisterne presenti in Caffarella databili fin dall’epoca repubblicana, tre delle quali sono state restaurate dal Parco Regionale dell’Appia Antica nell’ambito del POR 2007/2013, Cultura dell’acqua.
La cisterna fra via Macedonia e via Bitinia: esterno e interno (foto archivio Comitato)
La cisterna situata tra via Macedonia e via Centuripe è dal 2017 visitabile grazie all’associazione L’Italia Fenice che si è impegnata ad aprirne i cancelli nel periodo primaverile e autunnale (in collaborazione con l’Ente Parco). La struttura, che ha un’altezza di circa 8 metri e una superficie di circa metri 37×12, ha pianta rettangolare, articolata in due navate longitudinali coperte da volta a botte, comunicanti attraverso cinque aperture ad arco aperte nel muro divisorio e due navate perpendicolari sui lati brevi. Solo la navata nord e l’ambiente ortogonale ovest conservano integralmente la copertura con volta a botte. E’ databile alla prima età imperiale romana. La cisterna è stata di recente restaurata dall’Ente Parco. Essa doveva fornire d’acqua una grande villa situata nei pressi. Nel secondo dopoguerra furono rinvenuti, nei pressi della cisterna, scheletri di coccodrilli a testimoniare anche la presenza di piscine, a ridosso della villa, rifornite d’acqua dalla cisterna; sciaguratamente gli scheletri sono stati distrutti.
La cisterna – ninfeo sotto via Bartoloni esterno ed interno prima della pulizia ad opera del Comitato (a sinistra foto d’archivio Ente Parco, a destra foto d’archivio Comitato) La cisterna – ninfeo sotto via Bartoloni è situata proprio a ridosso della via Latina, è visibile già da Largo Tacchi Venturi (ingresso al Parco). Il suo restauro si è completato nel 2017 ad opera dell’Ente Parco. La struttura a pianta rettangolare di metri 7,10 x 9.15, rivestita di cortina laterizia, è conservata per un’altezza massima di m. 3.50 circa. La copertura originaria è crollata ed era costituita da una volta a botte. La tecnica edilizia è ipoteticamente riferibile al III sec. d.C. La parte sud-orientale è caratterizzata da una sistemazione monumentale costituita da quattro pilastri aggettanti, uniti da tre archi. In passato è stata utilizzata come abitazione e poi come ricovero dei cani randagi di cui si prendeva cura un abitante: venne poi ripulita da centinaia di cucce dei cani dai volontari del Comitato.
Il cisternone su via Appia Pignatelli, fra via dell’Almone e vicolo S.Urbano è un grosso edificio mai restaurato ma ancora in buono stato di conservazione. Si tratta una grossa cisterna per l’irrigazione del fondovalle che dal punto di vista architettonico presenta molte curiosità: in primo luogo la cisterna è rettangolare all’esterno (le dimensioni sono 21,4×8,6 m) mentre all’interno ha le pareti corte a forma di semicerchio. La volta, gettata su cèntina di tavole (un’armatura in legno che sosteneva la volta durante la costruzione), è, caso unico in Caffarella, realizzata a due spioventi che formano un angolo quasi retto. Sopra la volta il tetto era piano, ma vi fu costruito in un secondo tempo un muro perimetrale che aderisce male; questa sopraelevazione deve essere stata costruita quasi contemporaneamente visto che la tecnica costruttiva è la stessa del resto dell’edificio. Il pavimento della cisterna è in coccio pisto, un insieme di malta e frammenti di mattoni che forma uno strato impermeabile. E’ molto probabile che lo sbancamento del terreno circostante sia avvenuto al tempo dell’imperatore Massenzio (305 d.C. – 312 d.C.) per realizzare la grande piattaforma su cui poggiano il circo e il Palazzo; i blocchi di tufo che si vedono ai piedi della cisterna devono essere stati collocati dopo lo sbancamento, per rinforzare la base dell’edificio.
La cisterna su via della Caffarella si trova all’altezza della vallecola sottostante Largo Tacchi Venturi. E’ crollata all’inizio del 2000 ed è stata di restaurata di recente dall’Ente Parco. Di dimensioni interne 12,50 x 3,85 m, era forse un fienile o una stalla; se però si guarda con maggiore attenzione, ci si accorge che fu costruita proprio sui resti di un’altra cisterna, in calcestruzzo e scaglie di selce (ne restano le pareti fino all’altezza di 1,5 m), che serviva all’irrigazione del fondovalle. Il girolo dopo la nevicata del 26.2.2018 (foto archivio Comitato) | ![]() Visitabili | 12-13 sempre SCHEDA: |