Il tempio fu costruito nella seconda metà del II secolo d.C. da Erode Attico per la Cerere, dea dell’agricoltura, e per Faustina, moglie dell’imperatore Antonino Pio e cugina della moglie di Erode Attico, Annia Regilla. In realtà anche a lei doveva essere dedicato questo tempio. Infatti dalle fonti si sa che all’interno della cella erano collocate le statue di Cerere e delle due donne. L’edificio è in laterizi bicromi, che è poi la stessa tecnica utilizzata per il tempio del dio Redicolo e di molti monumenti dell’epoca. Per le quattro colonne antistanti la cella fu utilizzato il marmo pentelico, estratto da una delle cave di Erode Attico in Grecia. Oggi le colonne, cha sono sormontate da capitelli corinzi, sono inglobate all’interno di un muro costruito nel 1634 da papa Urbano VIII per evitare che l’edificio crollasse. Le pareti interne della cella sono divise in tre fasce orizzontali e la volta a botte è decorata con stucchi quadrati ed ottogonali con scenette e motivi floreali, mentre lungo la base di essa corre un fregio continuo con scudi, armi e corazze , che indicano l’attaccamento alle tradizioni militari di Erode Attico e della moglie che apparteneva ad una delle famiglie più antiche di Roma. Nel VI secolo d.C. il tempio fu trasformato in chiesa e gli fu dato il nome di Urbano dal vescovo il cui corpo è sepolto al IV miglio della Via Appia Antica. Nell’XI secolo furono dipinti i 34 affreschi che riempiono le fasce delle pareti della cella e che raffigurano scene della vita di S. Cecilia e di S. Urbano ed altri episodi del Vangelo. Sotto l’altare si trova la “confessione” cioè il luogo in cui si conservano le reliquie del santo. Qui, all’interno di una nicchia, c’è un affresco che raffigura la Madonna con il Bambino tra S. Giovanni e S. Urbano.